Spazio satira
Frosinone
03.04.2025 - 11:25
Un frame del video pubblicato nelle Instagram stories di Giulia Zangrilli
I sindacati di polizia intervengono nella vicenda che ha visto protagonista l'influencer Giulia Zangrilli e rivolgono un appello al questore Pietro Morelli. Fermata da una volante della polizia perché aveva il telefono in mano mentre era alla guida, la ragazza era stata sanzionata con una multa di 250 euro e il ritiro della patente per 15 giorni e, per tutta risposta, aveva pubblicato sui social un post in cui polemizzava contro gli agenti, arrivando a definire i poliziotti "frustrati".
«Non sempre ai colleghi della Polizia di Stato, che, nonostante la cronica carenza di personale, con spirito di sacrificio, continuano senza se e senza ma a salvaguardare la tutela del cittadino, ponendo come priorità assoluta un’attività di prevenzione al fine di evitare i numerosi incidenti stradali, troppo spesso fatali per le persone coinvolte, vengono riconosciuti i meriti dovuti. Anzi, a volte accade addirittura esattamente l’opposto». Così in una nota congiunta di FSP Polizia di Stato e Uil Polizia. I sindacati, condannando aspramente il gesto della giovane, riportano le parole della ragazza: «Ero al telefono con mia madre e la pattuglia mi vede nell'esatto momento in cui stavo per mettere il vivavoce e non per guardare il telefono. Mi ferma e mi fa la multa di 250 euro, togliendomi la patente per 15 giorni. Mi hanno ritirato la patente e nelle ultime due settimane ho donato 450 euro di multe allo Stato italiano per risanare il debito pubblico italiano... Poliziotti frustrati, che problemi hanno?»
Gli operatori oggetto delle gravi accuse, come sottolineano i sindacati, hanno prontamente relazionato quanto accaduto. «La donna, infastidita, così come ha evidenziato sul social network - si legge ancora nella nota - ha esternato sul web la propria rabbia e insofferenza, con una violenza verbale che non poteva essere tollerata, definendo i poliziotti dei “frustrati”. Se tali affermazioni venissero confermate - dichiarano- come sindacato dei poliziotti, non appena l’Autorità Giudiziaria riterrà procedere ai sensi di legge nei confronti dei protagonisti della vicenda, provvederemo a dare mandato al nostro legale costituendoci parte civile a tutela dei nostri associati della Polizia di Stato».
Sulla vicenda i segretari della Uil Polizia, Norberto Scala e della Fsp Polizia di Stato Di Trocchio Gianluca hanno dichiarato: «Non è la prima volta che appartenenti alle forze dell’ordine sono fatti oggetto di minacce, ingiurie, aggressioni e tanto altro. Ci appelliamo direttamente a partire dal Sig. Questore di Frosinone, Dr. Pietro Morelli, affinché si faccia portavoce di significative iniziative volte alla tutela di chi ogni giorno oltre ad essere insultato e in particolari circostanze persino malmenato, rischia la vita. Ma nonostante le diverse situazioni di pericolo, continua ad assicurare la presenza sul territorio al fine di garantire sicurezza ai cittadini onesti che continuano a pagare le tasse senza battere ciglio». E condannando l'uso del telefono alla guida, rivolgendosi alla ragazza protagonista della vicenda, proseguono: «Il 90% degli incidenti stradali è causato da cattive abitudini al volante e guardare il cellulare mentre si guida equivale a guidare bendati. In proposito vorremmo ricordare che i poliziotti non sono sulla strada a raccattare soldi solo per fare multe - chiosano - ogni giorno, proprio quegli operatori che ha ritenuto bene di insultare, iniziano il servizio partendo dal controllo dei pullman adibiti a gite scolastiche, dove bambini, ragazzi e accompagnatori, diretti verso zone di culto e di cultura, sono esposti ai rischi legati all’inefficienza dei mezzi di trasporto, causa purtroppo, così come riferito dalla cronaca, di gravissimi e luttuosi incidenti stradali. Inoltre, vorremmo farle notare che, invece di farsi trasportare dalla rabbia del momento, avrebbe dovuto ringraziare le forze dell’ordine: una multa può essere un deterrente per indurla a non utilizzare in futuro il cellulare durante la marcia, evitandole così situazioni di pericolo per lei e per altri ignari cittadini. Altra considerazione - aggiungono - Proprio quei poliziotti che ha ritenuto insultare, tante volte hanno permesso ai figli di tornare a casa a riabbracciarvi. Magari con la patente ritirata; a volte a piedi perché il conducente era stato fermato per il tasso alcolemico superiore al consentito; ma è grazie a questi controlli che sono tornati a casa».
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