Spazio satira
Paliano
15.03.2025 - 12:00
I fratelli di Artena Gabriele e Marco Bianchi in appello hanno ottenuto uno sconto di pena dall'ergastolo a 24 anni Ora la procura reclama di nuovo l'ergastolo
Confermato l’ergastolo per Marco Bianchi, 28 anni al fratello Gabriele. Così ha deciso la Corte d’assise d’appello nel processo bis a carico dei due fratelli di Artena, di 28 e 30 anni, accusati dell’omicidio del cuoco di Paliano Willy Monteiro Duarte. La procura generale, che aveva ricorso in Cassazione contro lo “sconto” di pena dall’ergastolo a 24 anni per Marco e Gabriele Bianchi, aveva insistito per l’ergastolo per entrambi i fratelli, così come deciso dalla Corte di assise di Frosinone il 4 luglio 2022. Era stata la Cassazione dopo aver confermato le condanne per l’omicidio a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli, i due coimputati, a richiedere un nuovo processo d’appello limitatamente però alla sola valutazione della concedibilità delle attenuanti generiche per i Bianchi. La responsabilità dei Bianchi nell’omicidio è stata accertata in via definitiva. Ora la nuova sentenza che, per Marco, conferma quanto aveva già stabilito l’Assise di Frosinone e per Gabriele concede le circostanze attenuanti equivalenti alle aggravanti: da qui la condanna a una pena inferiore rispetto al fratello.
Nella requisitoria il procuratore generale aveva accusato i due fratelli Bianchi di aver tenuto «un ruolo preponderante» nell’aggressione «con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi». Si tratta di quello che nella sentenza di primo grado, la Corte d’assise di Frosinone aveva descritto come «violentissimo calcio» che «stabiliva le regole di ingaggio del pestaggio, nel senso che fissava il livello di violenza al quale immediatamente gli altri tre si adeguavano».
Lucia Maria Duarte, madre di Willy, costituitasi parte civile al pari del marito e della figlia, rappresentati dagli avvocati Domenico Marzi e Vincenzo Galassi, al termine dell’udienza ha commentato: «Le condanne non ci ridaranno Willy. Mi auguro che questi ragazzi capiscano di essere vivi, con una famiglia che può ancora sentire la loro voce. Noi di Willy abbiamo solo una fotografia. La sua voce è solo un ricordo lontano. Mi auguro che imparino a rispettare gli altri e a non far vivere ad altre famiglie quello che abbiamo vissuto noi».
Prima della sentenza i due imputati avevano rilasciato delle spontanee dichiarazioni. Marco Bianchi, in videoconferenza, ha affermato: «Io ho dato un calcio e sono addolorato di aver causato dolore alla famiglia di Willy, sono responsabile del mio calcio. Non mi nascondo. Mi dispiace che mio fratello è stato coinvolto in questa situazione, ma lui non ha mai toccato Willy. Mi dispiace per tutto. Non siamo però quei ragazzi come ci hanno descritti. Pago la mia responsabilità. Chiedo scusa, ma non siamo i mostri descritti».
Gabriele, invece, presente in aula ha spiegato: «Morirò in carcere, ma non ammetterò mai un reato che non ho commesso. Io Willy non l’ho colpito. Questo è certo e non dirò mai una cosa per un’altra. Sto frequentando un corso per la giustizia riparativa. A me dispiace intensamente per quello che è successo, farei di tutto per tornare indietro. Oggi sono una persona migliore e lo sto dimostrando in tutti i modi. Spero di abbracciare mio figlio fuori dalle mura del carcere». Poi ha chiesto «scusa alla famiglia di Willy».
Il sindaco di Paliano Domenico Alfieri ha detto: «Questa sentenza non ci riporterà il nostro Willy ma ci dà almeno la soddisfazione di ritenere che giustizia è fatta». Il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna ha aggiunto: «La sentenza di oggi è quello che ci aspettavamo». Ora tra novanta giorni si avranno le motivazioni della sentenza. Dopodiché si tornerà di nuovo in Cassazione per l’ultima parola sull’omicidio avvenuto a Colleferro, nella zona della movida, il 6 settembre 2020.
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