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Cassino

Automotive, stipendi troppo bassi

Critiche e mobilitazioni per il premio risultato ridotto a 676 euro. Ma anche le buste paga ordinarie sono minime

Automotive, stipendi troppo bassi

Se il premio risultato così ridotto è «l’ennesima beffa», all’origine ci sono le buste paga dei lavoratori del settore dell’automotive talmente basse da aver portato al limite il potere d’acquisto. La comunicazione sul Pdr ha letteralmente spiazzato e già i sindacati uniti hanno stigmatizzato la scelta. Passare da una media di 1.800 euro a 676 è stata una doccia fredda in uno scenario che non regala mai buone notizie. Ora a incalzare è il segretario Frosinone-Latina Fiom Cgil Andrea Di Traglia. «È una beffa perché se Fca è in calo ma fa comunque 5,5 miliardi di utili perché non vengono mai redistribuiti ai lavoratori? Questo è l’ennesimo schiaffo in faccia agli operai. Come ho sempre detto ci appelliamo alle istituzioni per chiedere una integrazione al reddito e lo diciamo perché la condizione di Stellantis determina tutta la condizione dell’indotto e della componentistica. Già gli stipendi italiani sono mediamente i più bassi d’Europa, è ovvio che di fronte a un annuncio del genere sul premio di risultato c’è una reazione dei lavoratori ed ecco che sono partiti spontaneamente gli scioperi a Pomigliano o alla Mopar di Torino. Ci troviamo in un contesto in cui abbiamo in piedi la trattativa del biennio economico di Stellantis, oltre alla parte normativa del contratto specifico stavamo rinnovando la parte economica.

E, nel frattempo, Stellantis ha annunciato questo premio avendo fatto tutti quegli utili. Stiamo parlando poi di uno stabilimento che su 60 giorni da inizio anno ne ha visto solo 13 giorni lavorativi, è chiaro che le buste paga sono basse e si aggirano con una forbice che va dagli 800 euro ai 1.100 euro perché ci sono anche operai con ridotte capacità lavorative che vengono impiegati meno. Anche se vengono mantenuti i ratei, e questa è stata una battaglia della Fiom, a prescindere da par e ferie, la retribuzione viene meno rispetto a quella che fa vivere dignitosamente i lavoratori. Voglio ricordare che l’elettrificazione di Stelvio e Giulia molto probabilmente non partirà da settembre, vuol dire che abbiamo bruciato un altro anno mentre ricordo anche che l’ibrido lo aspettiamo dal 2018 ma non si vive di sole promesse. Gli stipendi bassi ci sono anche nella componentistica e nell’indotto: il perimetro è quello. Stiamo parlando di tutto un tessuto sociale che soffre. Le istituzioni dovrebbero intervenire per migliorare il potere d’acquisto delle persone attraverso un aumento dell’indennità di integrazione salariale e al contempo richiamare alle sue responsabilità Stellantis che non può scaricare la crisi sulle precarie condizioni economiche delle famiglie.

Il 25 di aprile questo stabilimento finirà anche i cds ed è un ulteriore elemento di preoccupazione. È necessario un intervento di carattere speciale perché deve traghettare i lavoratori verso la nuova fase, se ci sarà. Sarà fondamentale anche quello che uscirà dal tavolo ministeriale del giorno 11». E la recente fotografia delle attività commerciali che sempre più spesso abbassano definitivamente le saracinesche sono una diretta conseguenza anche di una liquidità che manca sul territorio. E il comparto industriale ha la sua incidenza. Troppi i lavoratori costretti a far quadrare i conti tra salti mortali, soprattutto le famiglie monoreddito. Una situazione sempre più allarmante.

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