Spazio satira
Economia
15.02.2025 - 15:00
Linea dura di Trump contro Cina, Messico e Canada
I dazi annunciati dall’amministrazione Trump rischiano di colpire solo in maniera marginale le esportazioni dalla provincia di Frosinone. È lo scenario che emerge da una simulazione dei dazi Usa effettuata da Prometeia. Le regioni più colpite sarebbero - a seconda dello scenario previsto - Liguria, Molise, Sardegna, Campania, Umbria e Basilicata mentre le province più a rischio potrebbero essere Sassari, Nuoro, Isernia, Genova, Grosseto e Belluno. Secondo lo studio la provincia di Frosinone rientra tra quelle a rischio basso, quella di Latina tra quelle a rischio molto basso. Quindi Roma a rischio basso, e Rieti e Viterbo a molto basso.
Prometeia ha calcolato due ipotesi. La prima prevede un aumento di 10 punti percentuali delle tariffe sui prodotti già daziati, mentre la seconda calcola un aumento generalizzato di 10 punti su tutti i prodotti diretti negli Stati Uniti. Con il primo scenario le regioni più penalizzate risulterebbero Liguria, Molise, Basilicata e Sardegna. «La maggiore vulnerabilità di questi territori deriva dalla combinazione di due fattori - scrive Prometeia - il peso del mercato statunitense per l’export regionale da un lato, la concentrazione delle esportazioni nei settori soggetti a dazi dall’altro». La Liguria, per esempio, sarebbe penalizzata per l’11% dell’export diretto al di là dell’Oceano, in modo particolare per la cantieristica navale e per i prodotti petroliferi raffinati.
Nel secondo scenario, evidenzia lo studio, «l’aumento generalizzato delle tariffe ipotizzato penalizzerebbe infatti quei territori le cui esportazioni verso gli Stati Uniti si concentrano in settori con dazi che oggi sono bassi o assenti». Abruzzo e Toscana le regioni maggiormente esposte.
Nel Lazio, in caso di un aumento generalizzato dei dazi, il settore più colpito sarebbe di gran lunga il farmaceutico, mentre in caso di aumenti selettivi verrebbero a risentirne principalmente l’alimentare, l’automotive e la moda. A livello provinciale, questa l’analisi di Prometeia: «In entrambi gli scenari, la provincia di Sassari risulterebbe il territorio più esposto per via di esportazioni di prodotti lattiero-caseari destinate agli Stati Uniti che rappresentano oltre il 30% dell’export provinciale. Oltre a Sassari nella top 5 in entrambi gli scenari si trovano Nuoro (sempre per il lattiero-caseario), Isernia (chimica) e Genova (cantieristica navale e prodotti petroliferi raffinati). Anche Grosseto mostra un’esposizione elevata, soprattutto in virtù di una specializzazione nell’agroalimentare, così come Belluno che, a differenza della media del Veneto, presenta una vulnerabilità significativa per la forte esposizione nell’occhialeria».
In precedenza, sempre Prometeia, osserva come «gli impatti per l’Italia riflettono soprattutto la specializzazione dell’export nazionale sul mercato statunitense, seppure con intensità differenziata nei due diversi scenari. Nel caso di aumenti limitati ai prodotti già colpiti, il sistema moda, già oggi insieme all’agroalimentare uno dei più esposti nell’ambito del made in Italy, pagherebbe il costo maggiore. Nell’ipotesi di un aumento generalizzato sarebbe invece la meccanica a subire più intensamente le conseguenze del nuovo protezionismo. Questo andrebbe infatti a interessare anche i beni a media e alta intensità tecnologica (analogo il caso della farmaceutica) che proprio perché funzionali alle produzioni domestiche sono oggi meno esposti».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione