Spazio satira
Frosinone
07.02.2025 - 15:00
Il tribunale di Frosinone
Ultimi due interrogatori preventivi nell’inchiesta per associazione a delinquere sulle frodi alle assicurazioni. Oggi sarà la volta dei due avvocati non ancora sentiti, ultimi degli otto indagati per i quali la procura ha chiesto la misura cautelare.
I legali, assistiti dagli avvocati Christian Alviani e Nicola Ottaviani, avranno modo di chiarire la propria posizione, rispetto alle contestazioni che vengono loro mosse, davanti al gip Ida Logoluso e al pubblico ministero Samuel Amari che coordina le indagini svolte da guardia di finanza e polizia stradale di Frosinone. Per i due, al pari di altri sei indagati (a eccezione dei fisioterapisti per i quali c’è richiesta di obbligo di dimora) la procura ha sollecitato al gip gli arresti domiciliari. Il pm contesta l’esistenza di un sodalizio, composto da più figure (avvocati, di cui tre di uno stesso studio legale, fisioterapisti, carrozzieri e titolari di due società di autonoleggio), che avrebbe ottenuto dalle compagnie di assicurazione gli indennizzi per danni da sinistri stradali ritenuti o inesistenti oppure verificatisi, ma con mezzi, persone, danni a cose e lesioni personali diversi da quelli rappresentati nelle denunce.
Uno degli aspetti sui quali sarà chiamato a rispondere l’avvocato esterno allo studio (del quale fanno parte gli altri tre), è quello delle cessioni del credito relative ai noleggi di auto in favore di chi aveva l’auto ferma in riparazione. Secondo l’accusa portata avanti dalla procura di Frosinone, sulla base anche di perizie grafologiche, le cessioni di credito e i contratti di noleggio si fonderebbero su false sottoscrizioni degli interessati. Questi ultimi, in qualche circostanza, stante anche l’esiguità del danno al veicolo, non avrebbero nemmeno riparato il mezzo. Tuttavia, i contratti di noleggio, sempre in favore delle stesse società, che a un certo punto si sono poi tirate indietro, per chi indaga dovevano servire a incrementare l’importo dell’indennizzo a vantaggio degli stessi legali che avevano istruito le pratiche. Per fare pressione sulle compagnie assicuratrici e convincerle a chiudere bonariamente la controversia, sostiene sempre la procura, venivano intraprese o minacciate azioni giudiziarie con procure alle liti che, però, sarebbero state falsificate all’insaputa degli stessi clienti.
Infine, l’inchiesta si è soffermata sull’aspetto della riabilitazione post incidente. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, le ricevute fiscali delle sedute fisioterapiche sarebbero state firmate da soggetti ritenuti non legittimati a farlo. La procura infatti ne contesta la mancanza di titoli abilitativi e iscrizione ai relativi albi. Infine, un altro tema d’indagine ha riguardato la presenza di falsi testimoni usati per corroborare la versione da sostenere davanti al giudice di pace. I sei già sentiti hanno avuto modo di fornire la propria versione a giudice e pm e di respingere le accuse. I due avvocati lo hanno fatto per oltre sei ore. Dei fisioterapisti ha risposto alle domande uno solo, mentre l’altro, l’ex segretaria dello studio e il compagno si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono stati assistiti dagli avvocati Christian Alviani, Alfonso Amato, Antonio Perlini, Gian Marco De Robertis, Giuseppe Spaziani e Claudia Padovani.
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