Franco, un’altra lunga giornata di ricerche

Nonostante il passare dei giorni, le ricerche e l’impegno della task force in campo per ritrovare Franco Vettese aumentano.
Non si lascia nulla al caso, si ispeziona e perlustra ogni singolo centimetro nella speranza di ritrovare al più presto l’anziano di settantasette anni che da lunedì non è più tornato a casa. Uomini e donne impiegati ovunque, dalla via per Montecassino, dove ci si cala anche in dirupi per controllare approfonditamente, alle zone più centrali ma non si trascurano neppure fiumi e boschi limitrofi.

Oltre ai carabinieri della compagnia di Cassino, che hanno raccolto la denuncia della famiglia, anche i Forestali, le altre forze di Polizia, i vigili del fuoco, i volontari della protezione civile, il soccorso alpino, tutti impegnati a pattugliare e a perlustrare giorno e notte il territorio in uno sforzo che è immane, davvero lodevole. Quella mattina, quando è uscito di casa, aveva una camicia color salmone con piccole righe verticali tendenti al verdino, pantaloni verde militare, mocassini blu, occhiali da vista fotocromatici marroni e un borsello blu. È alto un metro e ottanta e ha i capelli castani.

«Ho bisogno di acqua e medicine»: queste le ultime parole di Franco Vettese ai familiari, accompagnate dalla rassicurazione di essere di ritorno a casa nella telefonata lampo di martedì. Poi di nuovo il nulla, con un telefono che non è più in grado di inviare segnali. Potrebbe esserci scaricato rendendo così impossibile l’isolamento di una cella. Ecco perché si cerca ovunque e senza sosta. Del caso si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto”.