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Scommesse clandestine. Tablet e telefoni sotto la lente

Inchiesta sulle scommesse clandestine, la procura di Genova dispone accertamenti irripetibili sui supporti sequestrati. Nella maxi operazione pure un tecnico di Cassino per associazione per delinquere

Scommesse clandestine. Tablet e telefoni sotto la lente

La sede della Questura di Genova

Scommesse clandestine via Whatsapp, la procura di Genova dispone accertamenti tecnici irripetibili sui supporti informatici sequestrati a un quarantenne della città martire finito nella maglie dell’inchiesta. La maxi operazione che di recente ha portato a Genova all’esecuzione di diverse misure cautelari e a un lungo elenco di coinvolti in tutta Italia, aveva infatti interessato anche Cassino, con l’iscrizione nel registro degli indagati di un tecnico, specializzato nel settore informatico.

Il filone “madre” è proprio quello che ha portato gli inquirenti liguri a ipotizzare una associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva delle scommesse, in parte sostenuta da indagati ritenuti affiliati al clan Fiandaca di origine nissena, considerato organico a Cosa Nostra, ma da tempo radicato nell’hinterland di Genova.

Un sistema articolato che avrebbe “utilizzato” diverse “menti informatiche” ed esperti del settore per poter sostanziare le attività tecniche. Seguendo il flusso di denaro, sembrerebbe, gli investigatori sono arrivati anche a Cassino. La scorsa settimana le perquisizioni erano scattate anche a carico del quarantenne - assistito dagli avvocati Andrea Pagliarella e Pietro Amara - finito nelle attività di verifica operate in tutta Italia e legate proprio al “filone madre” ligure.

Il cassinate, esperto nel settore informatico, è chiamato a rispondere di una ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode informatica in concorso. In base alle contestazioni mosse al tecnico dalla procura di Genova, il suo compito sarebbe stato quello di reclutare persone in grado di prelevare in contanti le somme derivanti da truffe on-line che poi avrebbero riconsegnato il denaro ai propri reclutatori, sempre secondo le accuse. Questo dietro compenso e in modo cadenzato. Accuse, ovviamente, tutte da dimostrare.

A seguito delle perquisizioni della polizia, al giovane sono state sequestrate decine di carte di credito e alcuni supporti informatici: gli inquirenti partiranno proprio dall’analisi di pc, tablet e quanto sottoposto a sequestro per stabilire se il cassinate possa avere responsabilità o meno in ordine ai reati contestati.
Nei giorni scorsi la procura ligure ha quindi disposto accertamenti tecnici irripetibili su tablet, pc e cellulari sequestrati: per questo le difese hanno nominato un consulente tecnico di parte per analizzare il contenuto dei supporti.

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