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Cassino

“Welcome to Italy”, parlano gli imputati

Quattro dei coinvolti hanno deciso di rendere spontanee dichiarazioni nell’udienza del 30 aprile. Ascoltati ieri altri testimoni e consulenti delle parti

“Welcome to Italy”, parlano gli imputati

La presentazione della maxi inchiesta portata avanti da Finanza e Polizia

“Welcome to Italy”, quattro imputati renderanno spontanee dichiarazioni in aula durante la prossima udienza, attesa per il 30 aprile. Aristipini, Della Rosa, Scittarelli e Secondino hanno reso nota la decisione di parlare, di voler precisare alcune cose. Annunciando al contempo anche la volontà di portare in aula una «copiosa documentazione». Così l’udienza di martedì 30 aprile, inizialmente fissata alle 12, è stata anticipata alle 10: attese - salvo cambiamenti dell’ultimo minuto - delle deposizioni fiume.

Non si può escludere al momento neppure che qualche altro imputato possa seguire le loro orme. Da maggio, poi, via alle discussioni. Una sentenza di primo grado, quella per il processo nato dalla maxi inchiesta “Welcome to Italy”, che potrebbe arrivare entro giugno.

Il maxi processo - lo ricordiamo - vede in aula ben 22 imputati finiti nell’inchiesta aperta sui fondi destinati a vestire, nutrire e istruire i richiedenti asilo ma impiegati, secondo le accuse, per ben altre attività. Questo il perno di una delicata indagine, condotta a quattro mani da Fiamme gialle e Polizia e coordinata dalla procura.

Nell’ultima udienza era apparso chiaro come sia stata l’emergenza dell’accoglienza a cambiare le regole stabilite in prima battuta e a dettare i modi: il numero degli sbarchi in aumento, la rimodulazione dei servizi decisi inizialmente, la necessità di trovare modalità diverse per accogliere sempre più ragazzi. Dettagli, quelli emersi durante il processo, in grado di raccontare con uno sguardo “interno” cosa sia accaduto nel Basso Lazio, così come nel resto d’Italia.

Ieri invece sono stati ascoltati altri consulenti e testimoni delle difese sui servizi resi: corsi di italiano o di altro tipo, supporto psicologico, attività diversificate. E una disponibilità a intervenire, come riferito in aula, «a qualunque ora e per qualunque esigenza».

Nella coop Lavoro per la Salute, hanno sottolineato ancora i testimoni, non ci sarebbe stata alcuna forma di protesta (come invece registrato in altre realtà) né dissensi manifestati per servizi non resi o condizioni non consone. Poi i consulenti hanno contestato in aula alcuni metodi utilizzati dalla Guardia di finanza per il conteggio relativo ai costi del lavoro.

Ora fari puntati sull’udienza del 30 aprile, che si preannuncia particolarmente intensa. Le difese - Salera, Marandola, Cuozzo, Fasili, Corsetti, Di Mascio, Sgambato, Pollino, Buzzacconi, Di Sotto, Messore, D’Orio, Abbatecola, Vittorelli, Spallino e Giannichedda - sono pronte.

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