Frosinone
25.08.2025 - 10:00
Sarà inevitabile. Ci riferiamo al riassetto della giunta. Per due ragioni. La prima: nella coalizione trasversale che sostiene Riccardo Mastrangeli sia la Lista Marini che la Lista Marzi sono decisive. La seconda: mancano meno di due anni alle prossime elezioni comunali e i segnali che stanno arrivando sono già chiari, precisi e concordanti. Perché, al di là delle “smentite dovute” (che lasciano il tempo che trovano), un riposizionamento è già in atto. In un contesto di praterie trasversali.
Le indiscrezioni
Che Mastrangeli veda positivamente una rappresentanza in giunta della Lista Marini è cosa nota da almeno un anno. A frenare (finora) è stata la civica. Per il fatto che Michele Marini è stato un sindaco di centrosinistra, ma anche perché sia il consigliere Andrea Turriziani che il coordinatore Francesco Trina vogliono capire bene quali saranno le dinamiche future. Ciò non toglie che in pole position per una nomina di assessore rimane proprio Francesco Trina, già vicesindaco in uno dei due mandati di Nicola Ottaviani. Diversa, ma fino ad un certo punto, la posizione della Lista Marzi. Tre consiglieri su quattro (Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi, non Armando Papetti) garantiscono il numero legale nell’alveo di un gioco di sponda che formalmente non ha un profilo né politico né amministrativo. Ma se la civica sarà sempre più determinante, è complicato non immaginare un’evoluzione della situazione. Le opzioni delle quali si parla (insistentemente) sono due. O l’indicazione del coordinatore Carmine Tucci come assessore oppure l’attribuzione di una delega al consigliere Carlo Gagliardi. In particolare la “pianificazione territoriale”: una porzione dell’urbanistica, competenza che Mastrangeli ha voluto trattenere ad interim. Come del resto aveva fatto il suo predecessore Nicola Ottaviani. Al momento l’assetto della giunta è parametrato su 8 assessori, ma si può arrivare a 9. Quindi, nell’ottica di un doppio ingresso nell’esecutivo (Lista Marini e Lista Marzi), ci sarebbe bisogno di liberare una “casella”. Se però verrà tenuta in considerazione la soluzione della delega a un consigliere, il problema non ci sarebbe. Forse.
La centralità della “Stazione”
Il quartiere Scalo è strategico nello scacchiere elettorale del capoluogo. Conta più di 15.000 residenti e questo significa che potrebbe essere un Comune con il doppio turno. I dati confermano che le competizioni si vincono e si perdono proprio alla “Stazione”. Riccardo Mastrangeli da tempo sta pensando di mettere in campo una lista civica composta da esponenti radicati nel quartiere. Ci sta lavorando da più di un anno, in previsione del 2027. Fra l’altro non è un mistero che il primo cittadino si stia preparando a guidare una coalizione trasversale e a forte traino civico. Il centrodestra è andato in frantumi. Riccardo Mastrangeli può contare sul sostegno della Lega di Nicola Ottaviani. Ma non di Forza Italia, considerando che lo strappo con gli “azzurri” si è consumato più di un anno fa. Senza che si veda un barlume di ricomposizione. Quanto a Fratelli d’Italia, l’accelerazione di Mastrangeli sulla presa d’atto in giunta del tracciato del Brt (nonostante l’assenza degli assessori di FdI) è un elemento destinato a pesare. Specialmente in prospettiva. Stesso discorso per quanto concerne il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, che è uscito dalla Lista Ottaviani. Sempre per la questione del Bus Rapid Transit e della mobilità urbana. Relativamente al quartiere Scalo, però, da qualche settimana si nota un attivismo importante anche da parte di Domenico Marzi. L’ex sindaco per il momento gioca di “sponda” con Mastrangeli, ma per il futuro nulla può essere escluso. Specialmente in un processo di ulteriore scomposizione degli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra. Secondo qualche ben informato Marzi potrebbe perfino valutare l’ipotesi di una ulteriore candidatura alla carica di primo cittadino. Al quartiere Stazione mantiene altissima la concentrazione politica (ed elettorale) Anselmo Pizzutelli, capogruppo della Lista Mastrangeli ma anche primo dei nove “dissidenti”.
Le variabili
Per quanto riguarda il Partito Democratico, da settimane si registra il silenzio assordante di Angelo Pizzutelli. Il quale non ha preso posizione rispetto all’ipotesi, avanzata proprio da alcuni esponenti del Pd (anche se non ufficialmente), di poter essere lui il candidato sindaco per il 2027. In realtà il “grande gelo” di Pizzutelli va avanti da mesi. Cosa potrebbe succedere se non dovesse avere risposte su una candidatura eleggibile alle provinciali? Secondo qualcuno potrebbe perfino sbattere la porta definitivamente. Nell’ambito del centrodestra, invece, va considerata la posizione della Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia. In consiglio comunale la civica, in due occasioni, ha inviato dei messaggi politici chiari all’indirizzo di Riccardo Mastrangeli. Nella prospettiva del 2027 la partita è completamente aperta. Anche perché per Antonio Scaccia dovrebbero comunque celebrarsi le primarie. Su questa ipotesi Mastrangeli è molto freddo. Infine, la situazione di Forza Italia, partito fondatore del centrodestra: fuori sia dalla maggioranza che dalla giunta da tredici mesi. Più di un’anomalia. Più di qualcuno insiste sul fatto che Frosinone è un Comune capoluogo e che quindi in chiave elettorale sia il centrodestra che il centrosinistra tenderanno a strategie unitarie. Ma sul campo (a Frosinone cioè) le coalizioni non sono lacerate. Di più.
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