Quel che resta della settimana
17.08.2025 - 14:00
Il sindaco Riccardo Mastrangeli
La pausa estiva e la ripresa autunnale rappresentano delle categorie della politica basate più sulla suggestione che sul ragionamento. Quanto accaduto (e accadrà ancora) al Comune di Frosinone è già un punto di non ritorno sul piano perfino provinciale, considerando che parliamo di un capoluogo. E come tale soggetto ad attenzioni e dinamiche regionali. Perciò tutto si può fare meno che minimizzare o cercare di far credere che siamo nell’ambito della normalità. A Sora, Ferentino e Veroli, tanto per fare tre esempi, ci sono stati degli schemi diversi dalla logica degli schieramenti. Ma tutto questo è avvenuto “prima”. E in campagna elettorale i cittadini sapevano perfettamente chi stava con chi e quali erano le alleanze. Perfino, anzi soprattutto, quelle trasversali. A Frosinone no. Tre anni fa il centrodestra, che veniva da due successi consecutivi, si è presentato unito e alla fine ha iniziato la consiliatura con una maggioranza di 22 esponenti (21 di centrodestra) su 33. Nel frattempo c’era stata l’intesa al ballottaggio tra Riccardo Mastrangeli e Mauro Vicano, che al primo turno aveva concorso autonomamente. Stesso discorso per le opposizioni di centrosinistra. Irrecuperabile la frattura tra il Pd di Francesco De Angelis e il Psi di Gian Franco Schietroma, ma in ogni caso a guidare la coalizione del cosiddetto Campo Largo (voluta da Nicola Zingaretti) c’era Domenico Marzi, per due mandati sindaco della città e simbolo stesso delle Amministrazioni di centrosinistra. Mentre al timone dei Socialisti c’era Vincenzo Iacovissi. Che la consiliatura sarebbe stata complessa e complicata lo si è capito subito. Ma il quadro di oggi va oltre ogni tipo di possibile previsione.
Vietato parlare di maggioranza. Non esiste più
Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha sempre sostenuto che la consiliatura sarebbe stata caratterizzata dalla mobilità urbana. Vero. Aggiungendo che il “perno”, rappresentato dal Brt, era contenuto nel programma che tutti hanno sottoscritto e conoscevano. Vero. Ma è vero anche che all’interno della maggioranza dubbi, malumori e nervosismi non sono mai mancati. Da quando sono state “scaricate a terra” piste ciclabili e ciclopedonali (che nessuno ha utilizzato), da quando il tracciato del Bus Rapid Transit si è trasformato in un rebus a metà tra la tela di Penelope e il Labirinto di Cnosso a Creta. In secondo luogo i programmi sono certamente importanti, ma non hanno il crisma dell’infallibilità papale o dell’immutabilità della Bibbia. La discussione, la mediazione, il confronto fanno parte della politica. E il compromesso non è una categoria da bandire. Anzi. Ma all’interno della maggioranza che ha sostenuto ed eletto Mastrangeli mai si è cercato di trovare delle soluzioni condivise. Se però il Piano urbano della mobilità sostenibile ha rappresentato il termometro di una febbre politica sempre più alta, ci sono state altre ragioni che hanno portato allo sfaldamento. Ragioni che hanno a che fare con i rapporti personali (lacerati), con le prospettive politiche (agli antipodi), con la mappa delle alleanze (trasversali), con gli assetti profondamente mutati. Costantemente nel contesto di una logica da muro contro muro, sottolineata dal mantra “o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”.
I numeri, più di qualunque altra considerazione, danno il senso di quanto è successo. In questo preciso momento 15 dei 22 consiglieri con i quali Mastrangeli ha iniziato il mandato sono lontani dalla maggioranza. A cominciare dai 9 “dissidenti”, 3 dei quali sono di Forza Italia (partito fondatore del centrodestra), 3 eletti nella Lista Mastrangeli, 2 nella Lista Ottaviani, 1 nella Lega. Poi c’è Fratelli d’Italia (5 consiglieri), che non ha votato in giunta (i 2 assessori erano assenti) il Brt. Quindi Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale e tra i leader “storici” del centrodestra cittadino. Ha lasciato la Lista Ottaviani, della quale è stato punto di riferimento per anni. Quella Lista Ottaviani che ha perso nell’ultimo anno quattro consiglieri (Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Christian Alviani, Massimiliano Tagliaferri) e un assessore (Valentina Sementilli). Come si fa a dire che non è successo nulla?
Prove tecniche sulle future alleanze. E candidature
Nel centrosinistra va anche peggio. Lista Marini e Polo Civico da tempo fanno parte della coalizione che sostiene Mastrangeli. Mentre alla civica di Domenico Marzi basta mantenere il numero legale per essere decisiva. Il Psi mantiene la sua posizione di autonomia. Rimane il Pd, che però è alle prese con non pochi problemi. L’imminente avvio della stagione congressuale sta dettando le strategie ovunque. Anche a nel capoluogo. Il Comune di Frosinone vive in una “bolla” dove la Politica fa da spettatrice. Alleanze e strategie vengono definite al momento e cambiano continuamente. Con una confusione di ruoli impossibile perfino da commentare. E nessuno assume iniziative di “recupero”. Dei ruoli.
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