Il dossier
23.07.2025 - 06:00
Il segretario generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli
Sette morti sul lavoro da inizio anno a maggio. Con Frosinone in zona rossa per il rischio molto elevato di infortuni.
È quanto denuncia la Cisl Lazio che rilancia «la centralità della contrattazione e del dialogo sociale come strumenti essenziali per promuovere una cultura della prevenzione, in grado di incidere sulle condizioni di lavoro e fermare la scia di infortuni e morti». Questi i dati Inail aggiornati sui decessi nei luoghi di lavoro: «sono 26 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano nel Lazio - prosegue il sindacato - con una tendenza in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024. A livello nazionale da gennaio a maggio 2025, sono 277 le vittime registrate nei luoghi di lavoro, escludendo gli infortuni in itinere».
Il segretario generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli spiega: «I numeri parlano da soli. Roma registra il dato più alto con 13 decessi, seguita da Frosinone con 7, Viterbo con 3, Latina con 2 e Rieti con 1. Ma ciò che allarma maggiormente è l’incidenza rispetto al numero degli occupati: Frosinone è una vera e propria zona rossa, con un indice del 22,8 che segnala un rischio molto elevato. Latina segue con un 9,5, collocandosi in zona gialla. Viterbo (7,9) e Roma (5,4) rientrano tecnicamente in zona bianca, ma i dati restano preoccupanti. Nessun territorio può sentirsi al sicuro».
Coppotelli parla di «una strage silenziosa. I numeri sono drammatici e non possono più essere accettati come fatalità. Serve un cambio di passo deciso. Dobbiamo promuovere e intensificare gli interventi di natura negoziale e contrattuale, attraverso accordi, protocolli, patti e contratti che permettano di declinare in modo mirato e specifico le misure di prevenzione, intervenendo direttamente sull’organizzazione del lavoro: orari, turni, ritmi, carichi, mansioni, responsabilità nella gerarchia della sicurezza, lavoro agile, trasferte. L’esperienza maturata nei cantieri del Giubileo dimostra che questo approccio funziona e produce risultati tangibili».
Particolare attenzione viene posta anche alle condizioni climatiche estreme, aggravate dalle ondate di calore. «La conferma anche per quest'anno dell’ordinanza della Regione Lazio - aggiunge Coppotelli - che vieta il lavoro all'aperto nelle ore più calde della giornata e che sarà valida fino al 15 settembre 2025, è una misura necessaria per tutelare la salute dei lavoratori più esposti all’aumento delle temperature. Un provvedimento che riguarda non solo chi opera nei settori dell’agricoltura, del florovivaismo, dell’edilizia e del comparto estrattivo, ma che quest’anno viene esteso anche ai rider e ai lavoratori della logistica. È un passo importante, ma ora servono controlli capillari e l’impegno di tutti per garantirne l’effettiva applicazione».
Tra gli obiettivi prioritari, la Cisl Lazio sottolinea anche la necessità di potenziare in modo strutturale e pluriennale gli incentivi a favore delle imprese che scelgono di investire realmente nel miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza. «Non servono più solo parole o protocolli d’emergenza - conclude Coppotelli - ma una strategia duratura, condivisa e finanziata. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità politica e sociale. Ogni vita persa è una ferita per tutti noi. Non possiamo più aspettare».
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