Spazio satira
Frosinone
07.07.2025 - 10:00
Un rendering del progetto di piazzale Kambo
Dieci consiglieri comunali sottoscrivono una lettera, indirizzata al prefetto, sulla mancata attuazione della mozione che “impegna il sindaco e la giunta comunale al fine di individuare le azioni e i percorsi amministrativi da intraprendere per modificare l’attuale progetto relativo alla chiusura al traffico dell’area di Piazzale Kambo”. In calce al documento si leggono i nomi di Anselmo Pizzutelli (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Norberto Venturi (Pd), Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Angelo Pizzutelli (Pd), Fabrizio Cristofari (Pd), Armando Papetti (Lista Marzi), Pasquale Cirillo (Forza Italia), Christian Alviani (Forza Italia) e Maurizio Scaccia (Forza Italia). La mozione sulla pedonalizzazione di piazzale Kambo è stata approvata lo scorso 5 marzo all’unanimità. «Tuttavia già dal giorno successivo alla seduta consiliare – si legge nella lettera con la quale i consiglieri chiedono di incontrare il prefetto Ernesto Liguori – il sindaco ha assunto pubblicamente posizioni in palese contrasto con quanto da lui stesso sottoscritto, dichiarando la volontà di procedere comunque alla pedonalizzazione dell’area, contraddicendo e di fatto svuotando di efficacia l’atto politico-amministrativo assunto in sede consiliare. Una circostanza che determina l’avvio di lavori potenzialmente in contrasto con gli atti formalmente adottati dall’ente. Non può escludersi che qualora si procedesse nella realizzazione delle opere di pedonalizzazione si renda necessaria in futuro la demolizione delle stesse, con conseguente spreco di risorse pubbliche». Ma il sindaco Riccardo Mastrangeli non ci sta. E rispedisce ai mittenti le accuse di mancata attuazione della mozione elencando tutto quello che in realtà è stato già fatto per dare seguito a quanto approvato dal consiglio comunale.
La posizione di Mastrangeli
«È arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza», replica il primo cittadino Mastrangeli evidenziando come in questi quattro mesi l’impegno assunto con la mozione non è stato disatteso. «Innanzitutto adesso passando da via Verdi si arriva direttamente con l’automobile sui binari – ha spiegato Mastrangeli – È stato aperto quindi un corridoio diretto. Poi lo scorso mese è stata inaugurata la piazza dello Scalo dove ho fatto costruire un passaggio diretto di collegamento con piazzale Kambo. In questo modo, dalla chiesa della Sacra Famiglia, si arriva direttamente davanti alla stazione». Quindi ai consiglieri firmatari della lettera indirizzata al prefetto ha replicato: «Si potrebbe portare in consiglio una delibera che prevede la riapertura al traffico quando saranno finiti i cantieri. Questo però comporterebbe la restituzione di 2 milioni e 890 mila euro da riconsegnare al ministero dei beni e delle attività culturali. Se non vogliono essere loro a portarla vorrà dire che ci penserò io. Se qualcuno vorrà andare su questo percorso allora si metterà le mani in tasca e si assumerà l’onere di restituire lui stesso il finanziamento al ministero. Soldi che sono già stati erogati e che stiamo già utilizzando. Dunque se si vuole proseguire su questa strada si porterà in consiglio la delibera e chi la voterà restituirà il fondo. In quel caso io non la voterò. Ma farò un applauso ai consiglieri che invece saranno d’accordo perché, in quel caso, sarà un atto di coraggio». Anselmo Pizzutelli, primo firmatario della richiesta, da parte sua ha una visione completamente opposta: «Il sindaco non si può ritenere al di sopra del consiglio. Si deve fare promotore di tutto quello che si ratifica in aula. Mi meraviglio che altri capigruppo non abbiano preso provvedimenti in merito. Rivolgo un appello ai quattro sindaci Domenico Marzi e Paolo Fanelli, che siedono in consiglio; e indirettamente a Michele Marini e Nicola Ottaviani, referenti rispettivamente delle liste civiche che portano il loro nome. Mi chiedo se si possono non rispettare le volontà di un consiglio comunale, facendo saltare le regole della democrazia. Il sindaco non si può ritenere al di sopra del consiglio. È un grave errore».
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