Spazio satira
Politica
19.06.2025 - 08:32
La domanda è: come si trova la quadra? Quella vera però. Non la solita tregua armata destinata a durare tra Natale e Capodanno. Non l’altrettanto solito accordo al ribasso finalizzato a “tirare a campare”. In realtà al Comune di Frosinone servirebbe un punto di svolta. Sul piano politico prima e più che su quello amministrativo. Perché nel capoluogo ad essere andato in crisi è il modello del centrodestra, quello che aveva vinto (terza volta consecutiva) le elezioni del 2022. Ma non oggi. Le fibrillazioni vanno avanti da due anni, 9 consiglieri eletti nelle liste che hanno sostenuto Mastrangeli sono ora fuori dalla maggioranza: 3 avevano concorso nella Lista Ottaviani (Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Christian Alviani), 3 nella Lista Mastrangeli (Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Francesco Pallone), 1 in Forza Italia (Maurizio Scaccia), 1 nella Lega (Giovanni Bortone), 1 in Frosinone Capoluogo (Pasquale Cirillo). Oggi Martino, Petricca e Pallone sono nella lista FutuRa, Cirillo e Alviani fanno parte di Forza Italia, ma il dato politico è lo strappo di ben 9 esponenti. A questo va aggiunto che Forza Italia non è un partito qualunque, ma quello che il centrodestra lo ha fondato.
Sicuramente sarà importante il confronto tra la delegazione di Fratelli d’Italia, composta dal parlamentare e presidente provinciale Massimo Ruspandini, dalla coordinatrice del circolo frusinate Alessia Turriziani e dal capogruppo Franco Carfagna, e il sindaco Riccardo Mastrangeli. Sul piano amministrativo il gruppo di FdI ha chiesto risposte su alcuni temi specifici, in particolare della mobilità urbana. A cominciare da una corsia di transito per le auto a piazzale Kambo. Però pure in questo caso è il perimetro politico a fare la differenza. Il fatto che la delegazione sia guidata dal leader provinciale Massimo Ruspandini non è casuale. La decisione è stata del deputato e coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni, Paolo Trancassini. Il quale a Ciociaria Oggi ha rilasciato, tra le altre, la seguente dichiarazione: «A Fratelli d’Italia non appartengono strappi e colpi di testa. Siamo un partito serio. Da parte nostra nessuna sfiducia e nessun azzeramento. Qualora dovessero esserci dei problemi, la strada sarebbe obbligata: la questione approderebbe al tavolo regionale del centrodestra. Perché Frosinone è un Comune capoluogo».
La traduzione è semplice: esiste una dimensione politica dalla quale non si può prescindere. Specialmente in prospettiva. Le prossime elezioni comunali di Frosinone si terranno nella primavera del 2027. Quando si tornerà alle urne anche a Roma. E pochi mesi dopo ci saranno le politiche, sempre che non vengano anticipate. Complicato immaginare che il centrodestra possa presentarsi diviso a Frosinone. Non impossibile però, considerando quello che è successo negli ultimi due anni. Ragione per la quale inevitabilmente dovrà essere affrontato l’argomento di una eventuale ricomposizione con Forza Italia. Il sentiero rimane stretto, perché le lacerazioni dei rapporti (perfino personali) hanno inciso non poco.
Esattamente per tali considerazioni Fratelli d’Italia ha voluto spostare il baricentro sul piano politico. Mancano due anni di consiliatura, che sono tanti. Da capire altresì quello che succederà nel campo delle opposizioni, che in questi tre anni non hanno battuto alcun colpo significativo. In un contesto che ricorda i secoli del Manzoni, “l’un contro l’altro armato”. Mai uno scatto unitario.
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