Spazio satira
Frosinone
17.04.2025 - 08:11
Il cantiere del Brt nei pressi dell'ascensore inclinato
Inammissibili. Così il giudice istruttore, Fabrizio Fanfarillo, ha qualificato le domande cautelari nel giudizio promosso dalla società “Frosinone Mobilità e Servizi” nei confronti della ditta che sta realizzando il Bus Rapid Transit e del Comune, finalizzate a ottenere la reintegra nel possesso di 76 stalli a pagamento di uno dei due parcheggi a valle dell’ascensore inclinato occupati dal cantiere del Brt.
Sostanzialmente, il giudice, che ha condannato, poi, la Fms anche al pagamento delle spese di giudizio per 6.000 euro, ha riconosciuto che la competenza sulla specifica materia è del giudice amministrativo e non di quello ordinario considerato che «nella fattispecie in esame – si legge nel documento - è pacifico tra le parti, e risulta provato documentalmente che l’occupazione anche delle aree oggetto di causa è stata stabilita dal Comune di Frosinone in occasione e in ragione dell’approvazione di “un’opera pubblica” (BRT, il bus elettrico a corsia dedicata)».
«La tutela possessoria - scrive il giudice a corroborare la tesi - contro atti della Pubblica amministrazione appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario se la condotta della Pubblica amministrazione non sia ricollegabile ad un provvedimento amministrativo bensì qualora essa abbia agito in via di mero fatto realizzando una attività esclusivamente materiale del tutto disancorata dall’esercizio di un potere autoritativo; se invece il comportamento dell’Amministrazione sia ricollegabile a un provvedimento amministrativo la giurisdizione della correlativa controversia appartiene al giudice amministrativo, indipendentemente dalla legittimità o meno del provvedimento amministrativo o comunque della correttezza dell’esercizio del potere autoritativo che stia alla base del comportamento integrante il lamentato spoglio».
Non solo. Il tribunale ha evidenziato che non vi sia stato alcuno “spoglio” delle aree a danno di Frosinone Mobilità e Servizi, dal momento che l’occupazione dell’area pubblica in questione (per la quale il Comune aveva anche offerto posti compensativi) è stata consequenziale e attuativa di provvedimenti amministrativi adottati dal Comune di Frosinone, riconducibili all’ambito dei poteri autoritativi di disciplina della mobilità e del trasporto nella città. In conclusione, il cantiere del Brt rimane dov’è.
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