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Congresso del Partito Democratico. Spunta l’ipotesi del commissario ad acta

Avrebbe il compito di certificare l’anagrafe degli iscritti e sbloccare la stagione congressuale della Federazione. Ma si attende pure la decisione della commissione nazionale di garanzia sul tesseramento. Clima teso tra le correnti

Congresso del Partito Democratico. Spunta l’ipotesi del commissario ad acta

Un commissario ad acta con il compito di certificare l’anagrafe degli iscritti e sbloccare la stagione congressuale della federazione provinciale del Pd. È questa l’ipotesi che sta circolando con insistenza negli ultimi giorni. Un passaggio che potrebbe essere affrontato nella prossima riunione della direzione nazionale. Ad indicare il commissario ad acta potrebbe essere direttamente Elly Schlein, segretaria del partito. Proprio la direzione nazionale dei Democrat ha disposto nei giorni scorsi che «le federazioni provinciali e regionali interessate alla celebrazione dei congressi nel corso del 2025 dovranno procedere nella finestra temporale che va dal 1° aprile al 30 giugno».

Per quanto riguarda la federazione provinciale di Frosinone, però, c’è una situazione di stallo. La commissione regionale di garanzia, un mese fa, si è pronunciata in merito a diversi ricorsi presentati. Stabilendo che il tesseramento 2024 è valido ai fini dell’iscrizione, ma non per determinare la platea congressuale. Tutto congelato quindi. Il tema adesso è all’attenzione della commissione nazionale di garanzia, che però non è convocata sul punto. Il commissario ad acta avrebbe un compito preciso, finalizzato esclusivamente alla celebrazione del congresso. È una cosa diversa rispetto al commissariamento della federazione provinciale, uno scenario che invece escluderebbe la prospettiva congressuale.

In ogni caso bisognerà capire quello che succederà nelle prossime settimane. Per diverse ragioni. Intanto perché è complicato immaginare che il congresso possa celebrarsi durante la campagna elettorale per le comunali di Ceccano, strategiche sotto ogni punto di vista per il Pd. In secondo luogo va definito il percorso. Nel senso che da un lato si aspetta la decisione della commissione nazionale di garanzia, mentre dall’altro la nomina del commissario ad acta potrebbe sparigliare le carte. I candidati alla segreteria sono stati individuati da tempo. Così come sono chiari sia gli schieramenti che le strategie. Achille Migliorelli è sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e dal Collettivo Parte da Noi di Danilo Grossi e Nazzareno Pilozzi. Mentre Luca Fantini ha l’appoggio di Rete Democratica di Sara Battisti ed Energia Popolare di Antonio Pompeo. Inutile aggiungere come la tensione sia alle stelle. Tra le correnti naturalmente.

Nei giorni scorsi c’è stato un timido tentativo di mediazione, con un’iniziativa partita dal sindaco di Cassino Enzo Salera, che si è incontrato con la consigliera regionale Sara Battisti. Ma all’orizzonte non ci sono faccia a faccia tra i leader. Non tra Francesco De Angelis e Sara Battisti. Non tra Mauro Buschini e Antonio Pompeo. Non tra Danilo Grossi ed Enrico Pittiglio. Ricordiamo i meccanismi di votazione. Dovranno essere celebrati i congressi dei circoli. Poi alla fine sarà l’assemblea provinciale a certificare il risultato. E quindi l’elezione del segretario e dei delegati. Si andrà ad una “conta”: su questo non ci sono dubbi. A questo punto indipendentemente da quando si farà il congresso.

La posta politica in palio è altissima. Perché, oltre all’elezione della governance del partito, è chiaro a tutti che sul tavolo ci sono le candidature che contano (e che pesano). Quelle alla politiche, quelle alle regionali e via di questo passo. Va tenuto presente che nelle ultime due occasioni (2018 e 2022), gli esponenti locali del Pd sono stati completamente bypassati sul versante delle candidature eleggibili alla Camera e al Senato. Un trend che tutti vogliono invertire. Ma per fare questo il Pd deve ritrovare delle strategie perlomeno condivise (se non unitarie). Non è semplice. Da capire altresì se a livello regionale potrà esserci un confronto tra il segretario e consigliere regionale Daniele Leodori e il parlamentare Claudio Mancini, leader di Rete Democratica.

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