Spazio satira
Quel che resta della settimana
02.03.2025 - 14:00
Dunque Frosinone rischia di salutare anche la Corte di Giustizia Tributaria, meglio nota come commissione tributaria. Nella nuova “mappa” la sede del capoluogo ciociaro verrà accorpata a Latina. La novità rientra in un piano del Mef di ridimensionamento delle Corti tributarie che sta prendendo forma in questi giorni e che prevede una drastica riduzione delle sedi distaccate di secondo grado. Il dossier è al vaglio del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), l’organo di autogoverno chiamato a valutare il progetto e a formulare una controproposta. La riorganizzazione, prevista dalla legge delega da attuare entro il 31 agosto, è cruciale per l’erogazione dei fondi del Pnrr e per il successo della riforma introdotta con la legge 130 del 2022. Nella lunga partita degli accorpamenti e delle sedi uniche il risultato alla fine è sempre lo stesso: Frosinone perde pezzi, mentre Latina si dimostra baricentrica.
Inutile e perfino banale piangersi addosso e riattivare ogni volta la raffica delle prese di posizione. Non è una questione di peso politico, ma di peso economico e di percezione di concetti come lo sviluppo e perfino la modernità. Poi c’è un dato che riguarda i due capoluoghi: Latina ha circa 128.000 abitanti, Frosinone 44.000. Sono cifre che riescono a fotografare bene la situazione. La realtà è che in Ciociaria non si va mai oltre gli impegni (generici) e gli annunci (autoreferenziali). L’unica opera in grado di far agganciare al territorio il treno per il rilancio è la Stazione Tav. Ma non ci sono né progetti né risorse individuate. Si resta in un “loop” che ricorda quell’opera teatrale nella quale gli attori, al grido di “partiam partiam”, battono freneticamente i piedi sul palco. Restando però drammaticamente fermi sul posto. La situazione della Ciociaria è questa.
Tra Mastrangeli e Fratelli d’Italia torna il sereno
Esattamente tre settimane fa Riccardo Mastrangeli, presso lo studio dell’avvocato Domenico Marzi, raggiungeva un’intesa con la civica che fa riferimento all’ex sindaco. Il fulcro dell’accordo è stato l’impegno della Lista Marzi a non interrompere la consiliatura. Per poi verificare eventuali convergenze programmatiche. Per esempio sull’ascensore inclinato (fermo da anni) e sulla Casa dello studente. Mastrangeli pensava di aver risolto ogni problema. Nemmeno per idea. Lunedì in giunta gli assessori di Fratelli d’Italia non si sono presentati. Perché un intervento di efficientamento energetico è stato previsto per la scuola Campo Coni, mentre il gruppo di FdI stava lavorando affinché fosse effettuato allo Stadio del Nuoto. È successo un pandemonio, l’ennesimo. Poi però ieri la situazione è rientrata, grazie ad un pranzo tra Riccardo Mastrangeli, Fabio Tagliaferri, Franco Carfagna, Angelo Retrosi e Antonio Scaccia. Dunque, nessun problema per il bilancio. Bisogna entrare nell’ordine di idee che il quadro uscito dalle elezioni è cambiato per sempre. L’originaria maggioranza di centrodestra non esiste più perché mai è stata effettuata una verifica seria riunendo tutti attorno allo stesso tavolo. La scorsa estate, quando poi la situazione è precipitata con ben 8 consiglieri eletti nel centrodestra che hanno scelto l’appoggio esterno, i colloqui sono stati tra il Sindaco da una parte e i singoli gruppi dall’altra. Inoltre, una soluzione come l’azzeramento di giunta viene vista come una sorta di provocazione estrema, quando invece rappresenta l’ordinaria amministrazione in contesti nei quali sono cambiati sia gli assetti che gli equilibri. Si fa un continuo riferimento al programma, che davvero per Mastrangeli rappresenta la “bussola” irrinunciabile. Nel programma però non c’è soltanto la mobilità urbana. E in ogni caso a metà consiliatura uno “step” di valutazione poteva starci tutto. Invece no. I fatti dicono che la coalizione che ha sostenuto Riccardo Mastrangeli nel giugno 2022 non si è mai riunita davvero da allora. Come poteva esserci un raccordo tra giunta e gruppi consiliari? Come si poteva provare a risolvere situazioni che alla fine sono diventate irrecuperabili? Mentre invece, contemporaneamente, è andato avanti un confronto con le opposizioni. Oggi nella coalizione che appoggia Mastrangeli ci sono 3 esponenti che erano stati eletti nelle liste del centrosinistra. E i 4 consiglieri della Lista Marzi non manderanno a casa il primo cittadino. Tutto questo vuol dire che il profilo politico della maggioranza è definitivamente cambiato.
Il ruolo dei partiti e il coraggio di andare controcorrente
Paolo Trancassini, parlamentare e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, ha detto a Ciociaria Oggi: «La politica si fa con i partiti e con la classe dirigente». Sottolineando «l’ottimo lavoro effettuato da Massimo Ruspandini in provincia di Frosinone». Nella sostanza Trancassini ha altresì voluto riportare al centro il ruolo dei partiti e i concetti di militanza e di lealtà. Un discorso che vale in linea generale, non soltanto per Fratelli d’Italia. Abbiamo vissuto anni nei quali la regola era rappresentata dai governi tecnici e dalle logiche trasversali. Mentre a livello locale è stato messo in evidenza il ruolo delle liste civiche. Per carità, fondamentali nella fase elettorale. Non sempre però in quella di governo. E poi chi l’ha detto che bisogna trovare obbligatoriamente delle logiche bipartisan? L’articolo 49 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Nei partiti ci sono regole e valori condivisi. Non sono autobus sui quali salire e scendere secondo i momenti e le circostanze.
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