Spazio satira
Il rapporto
07.12.2024 - 19:00
«Nel Frusinate continua inarrestabile la perdita di superfici naturali dovuta principalmente all’espansione della logistica, della grande distribuzione e alle nuove edificazioni per insediamenti residenziali». Così il circolo il Cigno di Legambiente Frosinone commenta il rapporto annuale Snpa sul consumo di suolo in Italia, pubblicato dall’Ispra. A livello nazionale, ricorda Legambiente «nel 2023 risultano cementificati complessivamente più di 21.500 km². I dati 2023 confermano la tendenza a consumare i suoli maggiormente accessibili (fascia costiera, pianure e fondi valle) e quelli situati nelle aree a vocazione agricola in prossimità dei centri urbani di maggiore dimensione».
Quanto alla situazione in provincia di Frosinone, «continua inarrestabile la perdita di superfici naturali. A Frosinone sono state sigillate nel solo 2023 superfici pari rispettivamente a 4,2 campi di calcio (3 ettari), mentre a Ferentino il suolo consumato nello stesso anno è stato pari a 5,5 campi di calcio (4 ettari). Il capoluogo ciociaro rimane saldamente al terzo posto fra i comuni del Lazio in quanto a percentuale di suolo consumato, con il 29,72%». In questa classifica, infatti, la città di Frosinone, nel Lazio, è preceduta solo da Ciampino con il 42,95% e da Anzio con il 34,72%. Ed è davanti anche ad Albano Laziale e Piedimonte San Germano, con il 26,70%.
Nel 2023, l’Ispra calcola un consumo di suolo di 22.363 ettari in Ciociaria e di 1.389 a Frosinone città, con una percentuale di suolo consumato del 6,91% in provincia e del 29,72% nel capoluogo. Il consumo di suolo netto nel 2023 è stato di 27 ettari in Ciociaria e di 3 a Frosinone, rispettivamente 0,58 e 0,69 metri quadrati per abitante all’anno. Tra i dieci comuni del Lazio con il maggior suolo consumato pro capite nel 2023 figura Coreno Ausonio con 1.822,60 metri quadrati per abitante. Secondo Legambiente, «persiste senza sosta il trend negativo, come se non esistesse il rischio alluvioni amplificato dal cambiamento climatico, come se i suoli non fornissero servizi ecosistemici preziosissimi, come se non avessimo già sperimentato ampiamente la fragilità del territorio. Continuiamo a farci del male».
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