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Frosinone

Pestò il vicino. Confermati tre anni di pena

Si è pronunciata anche la Corte di Cassazione per il sessantenne accusato di lesioni e condannato a tre anni e un mese. I fatti nel 2017 in un condominio. Il cinquantasettenne ferito venne preso a pugni e trovato in ascensore con il volto insanguinato

sentenza

In primo grado è stato condannato a tre anni e un mese. Condanna che era stata confermata dalla Corte d’Appello di Roma, quarta sezione, e nei giorni scorsi anche dalla Corte di Cassazione, senza pena sospesa, per un sessantenne del capoluogo, accusato di lesioni aggravate nei confronti di un vicino, di 57 anni. Condannato, inoltre, al risarcimento dei danni. I fatti risalgono al mese di maggio del 2017. Il cinquantasettenne venne trovato in ascensore con il volto coperto di sangue. Il sessantenne avrebbe atteso al piano terra l’arrivo del vicino, uscito per andare a lavorare, intorno alle 5.30.

I fatti
Tra i due frusinati e i rapporti non erano idilliaci. Il primo screzio mentre i figli giocavano nel cortile della palazzina, con una “pallonata” di troppo che aveva acceso g

li animi. Poi altre discussioni anche per questioni condominiali, fino ad arrivare a un vero e proprio pestaggio, avvenuto in ascensore. Una mattina del mese di maggio di sette anni fa, nella palazzina dove abitano, sono dovuti intervenire gli operatori del 118 con tre ambulanze, le forze dell’ordine e anche la polizia scientifica.
Il cinquantasettenne è stato aggredito in ascensore. La vittima si sarebbe trovata davanti il sessantenne che lo avrebbe colpito con pugni, facendogli perdere anche i sensi. La moglie della parte offesa, avendo avvertito il trambusto è corsa al piano terra. Sarebbe stata aggredita anche lei e minacciata. L’imputato, invece, si era difeso sostenendo di essere stato lui il primo ad essere aggredito. Tutti e tre hanno dovuto fare ricorso alle cure in ospedale. Anche il sessantenne si è fatto refertare riportando una prognosi di cinque giorni. Ricoverato, invece, d’urgenza il cinquantasettenne con diverse fratture. Poi il trasferimento in un ospedale romano dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la ricostruzione parziale della mandibola e di uno zigomo. A processo era finito anche il cinquantasettenne, difeso dall’avvocato Nicola Ottaviani, poi assolto.
Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha confermato per il sessantenne frusinate la condanna a tre anni e un mese, senza pena sospesa, e il risarcimento dei danni, con l’accusa di lesioni aggravate.

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