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La vicenda

Finto operatore, truffa vera

Fissata l’udienza preliminare nei confronti di un trentatreenne di Frosinone. Vittima un cinquantatreenne. Avrebbe raggirato l’uomo fingendo un accesso abusivo sul conto delle Poste riuscendo a far disporre un postagiro di 2.490 euro

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Accusato di un altro reato il trentatreenne di Frosinone attualmente ai domiciliari in una casa famiglia di Forlì per scontare la pena per diversi furti compiuti, soprattutto nel capoluogo ciociaro, ai danni di attività commerciali. Per lui è stata fissata l’udienza preliminare nel tribunale di Roma, per il prossimo 30 settembre.

La ricostruzione
Stando alle accuse, il frusinate avrebbe raggirato un cinquantatreenne di Lampedusa, spacciandosi per un finto operatore delle Poste, riuscendo a far disporre a sua insaputa, sotto dettatura del sedicente operatore, un postagiro di 2.490 euro sul conto a lui intestato. Il trentatreenne sarebbe entrato abusivamente nel sistema informatico delle Poste, poi con indebito utilizzo dell’identità digitale del cinquantatreenne, al quale aveva carpito le credenziali inviandogli un falso messaggio di Poste, lo informava di un accesso sul suo conto. Il link del messaggio è stato aperto inavvertitamente dalla vittima. Con una telefonata, spacciandosi per operatore di Poste, sosteneva che c’era stato un accesso abusivo e che per annullare l’operazione doveva seguire le istruzioni da lui fornite. Lo invitata pertanto, sempre stando alle accuse, ad inserire vari codici e numeri nell’apposita App di Poste, facendosi, pertanto, disporre un postagiri di quasi 2.500 euro. Soldi finiti, quindi, sul conto del frusinate. Scoperto il raggiro, alla vittima non è rimasto altro da afre che presentare denuncia. Le forze dell’ordine hanno subito avviato le indagini. Sono, quindi, risalite al trentatreenne e lo hanno accusato di truffa ai danni dell’uomo di Lampedusa. Nei giorni scorsi, il frusinate ha ricevuto l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare. Come detto dovrà comparire davanti al giudice fra due mesi. Il trentatreenne è difeso dall’avvocato Antonio Ceccani.

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