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L'operazione

Spaccio di droga stile Scampia nel quartiere Cavoni. Ecco le condanne

Emesse ieri le pene dal gup della capitale per gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con l’abbreviato. Un anno fa carabinieri e polizia hanno sgominato un’organizzazione in viale Parigi. Del caso si era occupato Striscia la notizia

spaccio droga

Un’associazione a delinquere, sul modello Scampia, insediatasi in uno stabile dell’Ater di viale Parigi, in grado di piazzare sul mercato ingenti quantitativi di droga, cocaina, hashish e marijuana. Era stata smantellata poco più di un anno fa dalla squadra mobile e dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Guadagni fino a 50.000 euro al mese con punte di 2.000 euro al giorno nei fine settimana. Al centro dell’operazione uno stabile finito anche all’attenzione del Tg satirico “Striscia la notizia”. Ieri mattina sono state emesse le condanne dal gup della Capitale per gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Aurelio e Luigi Mandica, Lucio Coccia dovranno scontare 14 anni e 6 mesi di carcere; Eros Sparta 8 anni e 6 mesi, Cristian Sparta 7 anni e 6 mesi; Philip Struglia 7 anni e 6 mesi, Marco D’Itri e Sebastiano De Luca 7 anni. Il pm ne aveva chiesti nove. Nel collegio difensivo è composto dagli avvocati Luigi Tozzi, Marco Maietta, Marilena Colagiacomo, Gian Pio Papa e Giulio Gasparro.

L’operazione
L’operazione era scattata lo scorso luglio con dieci misure cautelari (tre in carcere e sette ai domiciliari). L’intervento si era concentrato su uno dei tanti alloggi popolari, occupati abusivamente trasformati in piazze di spaccio, e contro i quali si sono registrati diversi interventi delle forze dell’ordine così da restituirli all’Ater per l’assegnazione agli aventi diritto. Del caso si era occupato anche il tg satirico Striscia la notizia. Nell’ordinanza di custodia cautelare si descriveva la suddivisione in turni «in modo da coprire tutti i rischi derivanti dal possibile intervento delle forze dell’ordine; pertanto i pusher venivano sempre affiancati da “sentinelle” che vigilavano sul territorio». Il gip dipingeva una gestione imprenditoriale dell’attività di spaccio, con «strategie, tutte finalizzate a salvaguardare la vita dell’associazione e il buon andamento dell’attività illecita ad essa collegata».
Inoltre, «l’occultamento dello stupefacente durante lo spaccio al dettaglio, nonché l’approvvigionamento frazionato di stupefacente» aveva l’obiettivo di «evitare ripetuti sequestri e significative perdite economiche in caso di arresto». Impegnato ieri mattina il tribunale di Roma per oltre quattro ore di arringa, in particolar modo riconducibili agli avvocati Luigi Tozzi, Marco Maietta e Marilena Colagiacomo, i quali a seguito delle condanne dei loro assistiti non tarderanno a far valere i loro diritti in Appello.

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