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Ferentino

Un convegno su Ennio Filonardi, il vescovo che restituì le reliquie di Sant'Ambrogio

Porteranno i loro saluti anche il vicario generale, monsignor Giovanni Di Stefano, e il critico d’arte Alfio Borghese, presidente dell’Accademia Teretina, insieme a don Giuseppe Principali e i membri della famiglia Filonardi

sant'ambrogio

“Il vescovo Ennio Filonardi e la devozione a Sant’Ambrogio martire patrono di Ferentino”. È questo il titolo del convegno che si terrà domani, a partire dalle 11, nella sala consiliare del Comune di Ferentino. L’iniziativa, promossa dall’ amministrazione comunale, è stata realizzata grazie al contributo dell’associazione “Cardinale Ennio Filonardi” e del “Centro Studi Don Giuseppe Morosini”, con l’obiettivo di rendere omaggio al patrono della città gigliata. Nonché al vescovo Ennio Filonardi, a cui si deve la scoperta delle reliquie di Sant’Ambrogio. Un momento che ha donato alla comunità ferentinate la storica processione del Primo Maggio, appuntamento che ogni anno raccoglie migliaia di cittadini uniti nella gioia, nella commozione e nella devozione per il loro Santo patrono. L’incontro culturale sarà arricchito dagli interventi del vescovo diocesano, monsignor Ambrogio Spreafico, e del sindaco Piergianni Fiorletta. Porteranno i loro saluti anche il vicario generale, monsignor Giovanni Di Stefano, e il critico d’arte Alfio Borghese, presidente dell’Accademia Teretina, insieme a don Giuseppe Principali e i membri della famiglia Filonardi.

La storia di Ennio Filonardi

Nato a Bauco (oggi Boville Ernica) nel 1565, Ennio Filonardi fu nominato vescovo di Ferentino da papa Paolo V il 19 novembre 1612, all’età di quarantaquattro anni. Una delle sue opere più importanti fu la ricognizione delle reliquie di Sant’Ambrogio, ritrovate per la prima volta il 27 aprile 1639. Per celebrare l’evento, il vescovo istituì una solenne processione di ringraziamento per la domenica successiva, il 1° maggio 1639. Le reliquie vennero dunque trasportate nelle chiese di Santa Maria Maggiore e Sant’Agata, per poi essere ricondotte nella cattedrale dei Santi Giovanni e Paolo, dove le spoglie erano state rinvenute. Da quel momento, Ennio Filonardi ordinò che quel tragitto si ripetesse ogni anno allo stesso giorno. Fu l’origine dell’odierna processione e festa del Primo Maggio che, prima di allora, si teneva il 16 agosto, ovvero l’anniversario dell’esecuzione del Santo.

Tuttavia, per ragioni di sicurezza, non era più possibile portare in processione ogni anno l’urna con le reliquie. Fu dunque fondamentale offrire alla devozione dei fedeli un simulacro degno di rappresentare il patrono. Per questo, il vescovo Filonardi commissionò allo scultore e argentiere romano Fantino Taglietti la statua equestre di Sant’Ambrogio. Il 22 aprile 1640, infatti, ordinò all’argentiere di modellare una statua commemorativa in cui il Santo doveva essere rappresentato a cavallo e in abito militare romano. Fantino Taglietti non esitò un attimo e sin da subito si impegnò a terminare quanto prima la statua argentea, che avrebbe consegnato alla città esattamente un anno dopo, il 30 aprile 1641. Dopo la cerimonia di benedizione, Ferentino ricevette ufficialmente la statua votiva in onore di Sant’ Ambrogio.

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