L’Unione Europea potrebbe presto cambiare il volto delle pause caffè e delle colazioni al bar. Una proposta in discussione a Bruxelles mira a vietare le iconiche bustine di zucchero monouso nei bar e nei ristoranti di tutti i 27 Stati membri. L’obiettivo? Ridurre i rifiuti di plastica e carta, promuovere la sostenibilità e incentivare abitudini più ecologiche. Ma la misura, se approvata, potrebbe scatenare reazioni contrastanti tra cittadini, esercenti e industrie.
La proposta rientra nel più ampio quadro della strategia “Green Deal” europeo, che punta a rendere l’UE climaticamente neutrale entro il 2050. Le bustine di zucchero, spesso confezionate in involucri di carta plastificata o plastica pura, sono considerate un simbolo dello spreco monouso. Secondo stime preliminari, ogni anno nei Paesi dell’UE vengono utilizzate circa 5 miliardi di bustine, molte delle quali finiscono in discarica o disperse nell’ambiente.
«È un piccolo gesto con un grande impatto» ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea. «Sostituire le bustine con alternative riutilizzabili, come zuccheriere o dispenser, può ridurre significativamente i rifiuti e sensibilizzare i cittadini sull’importanza di un consumo responsabile».
Se la norma dovesse passare, bar e ristoranti sarebbero tenuti a eliminare le bustine monouso entro il 2027, con una fase transitoria per adeguarsi. Tra le soluzioni suggerite ci sono zuccheriere tradizionali, dispenser ricaricabili o addirittura l’offerta di zucchero in formato sfuso, lasciando ai clienti la libertà di dosarlo. Alcuni Stati, come la Francia, hanno già sperimentato misure simili a livello nazionale, con risultati incoraggianti: una riduzione del 15% dei rifiuti da imballaggio nei locali aderenti.
Non tutti, però, accolgono la proposta con entusiasmo. I piccoli esercenti temono un aumento dei costi per l’acquisto di nuove attrezzature e una complicazione nella gestione quotidiana. «Le bustine sono pratiche e igieniche. Con le zuccheriere, dovremmo pulirle continuamente e controllare che i clienti non le svuotino per dispetto. È un’idea nobile, ma poco realistica» è il sentimento comune di diversi esercenti
Anche i consumatori si dividono. Se da un lato c’è chi apprezza l’impegno ecologico: «È ora di dire basta agli sprechi inutili» dice Luca, studente di 24 anni, dall’altro c’è chi vede il divieto come un’ingerenza eccessiva. «L’Europa ha problemi più grandi dello zucchero” sbuffa Antonio, pensionato romano, sorseggiando il suo espresso.
A preoccuparsi è anche il settore del confezionamento. Le aziende che producono bustine monouso, molte delle quali basate in Italia, Spagna e Germania, potrebbero subire un duro colpo. «Rischiamo di perdere migliaia di posti di lavoro» avverte un rappresentante di un’associazione di categoria. «Chiediamo incentivi per riconvertire la produzione, non solo divieti»
Al di là delle questioni pratiche, il divieto potrebbe segnare un cambiamento culturale. La bustina di zucchero, con i suoi loghi colorati e le frasi stampate, è un piccolo rituale quotidiano per milioni di europei. Sostituirla significa non solo ridurre i rifiuti, ma anche ripensare il modo in cui consumiamo e viviamo i momenti di convivialità.
Resta da vedere se la proposta supererà l’iter legislativo e le resistenze degli Stati membri. Intanto, il dibattito è servito: con o senza bustina, il caffè di domani potrebbe avere un sapore decisamente diverso.