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Economia

Lentezza nell’economia, ma il turismo e i rinnovi contrattuali sostengono i consumi

I dati odierni diffusi dall’Istat confermano la frenata del Pil nel terzo trimestre dell’anno

L'economia italiana continua a rallentare, ma alcuni settori stanno contribuendo a dare segnali positivi. Secondo i dati odierni diffusi dall'Istat, il Pil segna una frenata nel terzo trimestre dell’anno, con una crescita che, a fine 2024, non dovrebbe superare lo 0,5%. Tuttavia, la ripresa dei consumi da parte delle famiglie sta offrendo un raggio di speranza per l’economia. La Confesercenti ha sottolineato che i consumi hanno registrato un significativo aumento del +1,4% rispetto al trimestre precedente, un segnale incoraggiante in un periodo altrimenti caratterizzato da una crescita modesta.

Il recupero dei consumi era atteso, soprattutto grazie agli impatti positivi dei rinnovi contrattuali sul potere d’acquisto delle famiglie. Questi miglioramenti sono stati supportati dalla riduzione del cuneo fiscale e dall’aumento dell'occupazione, con l'Istat che certifica il ritorno alla crescita del numero di occupati anche rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In particolare, gli indipendenti hanno visto un incremento di circa 127.000 unità, portando la forza lavoro a livelli più elevati rispetto a ottobre 2023.

Sul fronte dei consumi, le famiglie italiane hanno registrato una ripresa tendenziale dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo incremento ha contribuito a riassorbire la contrazione vissuta nei primi sei mesi dell’anno. In particolare, il settore del turismo ha svolto un ruolo fondamentale, con un aumento della spesa turistica del 9% nei primi nove mesi dell’anno, per un totale superiore ai 150 miliardi di euro, pari al 4,3% dei consumi complessivi nel paese.

In prospettiva, se il contesto di stabilizzazione dei prezzi e di tenuta dell’occupazione continuerà, i consumi delle famiglie potrebbero registrare un incremento di circa 1% nel 2025, diventando il motore principale della crescita del Pil. Tuttavia, per garantire una ripresa solida e duratura, è fondamentale che il sostegno ai redditi delle famiglie continui nel lungo periodo. Un passo necessario potrebbe essere una detassazione generalizzata degli aumenti salariali, che dopo due anni di alta inflazione, permetterebbe di ridurre il rischio di drenaggio fiscale, in particolare per quei lavoratori che hanno visto aumentare le proprie retribuzioni a tal punto da finire in fasce di aliquota IRPEF più alte.

L'incertezza economica persiste, ma il recupero dei consumi, soprattutto grazie al turismo e ai rinnovi contrattuali, offre una base di ottimismo per i prossimi mesi.

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