Il report
11.12.2025 - 11:00
Quasi novecento morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno. I dati aggiornati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, relativi al periodo gennaio-ottobre, delineano un quadro che rimane allarmante: 896 lavoratrici e lavoratori hanno perso la vita, sei in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Di questi, 657 decessi sono avvenuti in occasione di lavoro e 239 nel percorso casa-lavoro, cioè in itinere. L’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, sottolinea come i numeri «ricordino ancora una volta quanto il tema della sicurezza rimanga una criticità aperta in Italia». Il settore delle costruzioni, con 119 morti, si conferma ancora una volta il più colpito, seguito dalle attività manifatturiere (98), da trasporti e magazzinaggio (84) e dal commercio (57).
Le regioni più esposte
Analizzando le incidenze di mortalità (decessi per milione di occupati), emerge che a ottobre scorso sono sei le regioni che rientrano nella zona rossa, con valori superiori del 25% rispetto alla media nazionale, pari a 27,5 morti per milione di lavoratori. Si tratta di Basilicata, Umbria, Puglia, Campania, Sicilia e Liguria. In zona arancione si collocano invece Marche, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Calabria, Abruzzo ed Emilia-Romagna. La Lombardia, pur registrando il numero più alto di vittime (86), rientra in zona bianca grazie a un’incidenza più contenuta, insieme a Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.
Le fasce d’età più colpite
L’Osservatorio analizza anche il fenomeno secondo le fasce d’età. La mortalità più elevata si registra tra gli ultrasessantacinquenni, con un’incidenza di 86,9 decessi ogni milione di occupati, seguiti dai lavoratori tra i 55 e i 64 anni (45,0). In termini assoluti, proprio questa fascia rappresenta il gruppo con il maggior numero di vittime: 240 morti su 657.La dinamica conferma come l’invecchiamento della forza lavoro, spesso impiegata in mansioni usuranti, aumenti significativamente il rischio.
Donne e stranieri
Nel periodo considerato sono 74 le donne decedute, una in meno rispetto al 2024. Mentre le morti in occasione di lavoro registrano un calo (36 contro le 47 dello scorso anno), aumentano quelle in itinere (38, +10 rispetto al 2024), segno di una crescente esposizione nei tragitti quotidiani. Particolarmente critica la situazione dei lavoratori stranieri: sono 205 le vittime totali, 145 in occasione di lavoro e 60 in itinere. L’incidenza (57,7 morti per milione di occupati) risulta più che doppia rispetto a quella dei lavoratori italiani (23,9). Un dato che evidenzia come gli stranieri siano più spesso impiegati in mansioni manuali, logoranti o ad alto rischio.
I giorni più pericolosi
Anche l’analisi della distribuzione settimanale rivela elementi significativi: il lunedì è il giorno più drammatico, con il 22,8% degli infortuni mortali, seguito dal venerdì (20,2%) e dal martedì (16,4%). Una tendenza che potrebbe riflettere sia la ripresa delle attività dopo il fine settimana, sia l’accumulo di stanchezza nel corso della settimana lavorativa.
Denunce di infortunio
Sul fronte delle denunce di infortunio, il 2025 mostra un lieve aumento: +1,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 491.439 a 497.341 denunce totali. Le attività manifatturiere restano il settore con più segnalazioni (59.319), seguite da costruzioni (32.275) e sanità (31.032). Le lavoratrici hanno presentato 178.755 denunce, mentre sono 318.586 quelle degli uomini. I lavoratori stranieri rappresentano circa un quinto del totale.
La situazione nel Lazio
Come accennato, il Lazio è una delle cinque regioni in zona bianca. A guidare la classifica è la provincia di Latina che, nella graduatoria in base all’incidenza, si posiziona al 29° posto con otto vittime. A seguire la Ciociaria, 37° posto e sei morti. Le province di Rieti e Viterbo, rispettivamente con due e tre vittime, sono 40ª e 70ª. Chiude Roma, 91ª con ventisei decessi.
Non rientra nella statistica l’ultimo incidente mortale che si è verificato lo scorso 17 novembre in provincia di Frosinone, a Ceccano, quando a perdere la vita è stato Ezio Cretaro, sessantasei anni, precipitato da un’impalcatura durante i lavori di ristrutturazione di un palazzo.
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