Ceccano
07.11.2025 - 09:00
La sede staccata del Tar del Lazio a Latina dove sono state emesse le sentenze
Un giudizio dichiarato estinto e due ricorsi respinti. È la decisione con cui il Tar ha chiuso, almeno per il momento, il caso della nuova farmacia aperta l’estate scorsa in via per Frosinone, nell’ambito territoriale numero 7 della pianta organica comunale delle farmacie.
Contro l’avvio del nuovo servizio avevano presentato ricorso i titolari di tre farmacie: il dottor Fabrizio Tambucci (farmacia Tambucci), il dottor Francesco Tursi (farmacia San Michele) e il dottor Giovanni Querqui (farmacia Querqui). Contestavano tutti la delibera di giunta numero 332 del 22 dicembre 2022 con la quale l’allora amministrazione Caligiore aveva approvato la revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche.
Inizialmente il nuovo servizio era previsto in contrada Badia, ma i farmacisti associati assegnatari, i dottori Carlo De Angelis e Sabrina Mastromattei, dichiararono l’impossibilità di reperire locali adeguati per metratura e con la destinazione d’uso adatta e chiesero perciò un’altra ubicazione. Così la giunta, con l’atto poi impugnato davanti al Tar, autorizzò il decentramento della sede numero 7 sul nuovo ambito territoriale numero 6, in via Marittima.
Gli altri tre farmacisti impugnarono il provvedimento. In attesa dell’esito del giudizio al Tar, nel luglio 2024 il Comune autorizzò l’apertura della farmacia “Monti Lepini” in via Marittima e due settimane dopo anche quella della farmacia comunale “Madonna della Pace” nel nuovo ambito territoriale numero 7, in via per Frosinone.
La scorsa estate, dopo l’elezione a sindaco di suo figlio Andrea, il dottor Querqui ha rinunciato al ricorso per evitare possibili profili di incompatibilità e imbarazzi al nuovo primo cittadino. I giudici della sezione staccata di Latina del Tar (presidente Donatella Scano ed estensore Valerio Torano) hanno preso atto della rinuncia di Querqui senior, difeso dall’avvocato Caterina Celestino, dichiarando la causa estinta per rinuncia e condannando Querqui alle spese di giudizio: 3.000 euro più i costi accessori in favore del Comune e dei farmacisti De Angelis e Mastromattei, titolari della sede numero 6.
Gli altri due ricorsi presentati da Tambucci e Tursi, difesi entrambi dall’avvocato Caterina Celestino, sono stati dichiarati inammissibili “per difetto di interesse personale, diretto, concreto ed attuale del ricorrente all’annullamento dell’atto impugnato”. Nelle motivazioni, i giudici rimarcano l’assenza del “danno da sviamento della clientela” con conseguente “riduzione del volume d’affari”, considerata la distanza delle farmacie dei ricorrenti rispetto alle due nuove autorizzate, e ribadiscono che il Comune, difeso dagli avvocati Greta Morelli e Massimo Cocco, abbia agito legittimamente in quanto “si è limitato a modificare la perimetrazione degli ambiti territoriali preesistenti a parità di numero di farmacie inserite nella pianta organica e ne ha contestualmente attivate due che, ancorché previste da anni, erano di fatto rimase a lungo vacanti e non operative”.
Da qui la condanna dei ricorrenti alle spese di giudizio, anche in questo caso 3.000 euro oltre agli accessori di legge in favore del Comune e dei titolari della farmacia di via Marittima.
Per il momento la lunga e complessa contesa giudiziaria finisce qui, in attesa che Tambucci e Tursi decidano se proseguire il braccio di ferro con Palazzo Antonelli impugnando al Consiglio di Stato le sentenze emesse dal Tar il 22 ottobre scorso.
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