I dati
06.10.2025 - 13:00
La popolazione della provincia di Frosinone è sempre meno giovane. Il cosiddetto indice di anzianità, vale a dire il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella di età compresa tra 0 e 14 anni, è, in tutti comuni, oltre 150 ogni 100.
Molti quelli in cui il rapporto è due a uno o tre a uno, con picchi di oltre 400 ogni 100 nei comuni più piccoli, come Vallerotonda, in cui l’indice di anzianità è di 442,6, Viticuso (440), San Biagio Saracinisco (407,7) e Trevi nel Lazio (406,5). Il caso più estremo nel piccolo centro di Terelle, dove la maggior parte della popolazione ha più di 65 anni e l’indice di anzianità arriva a 946,2.
Non fanno eccezione i comuni più grandi, anche se con numeri più contenuti. A Frosinone, dall’ultimo indice di anzianità registrato, relativo al 2022, emerge che ogni cento giovani ci sono 205,1 anziani. Dato in aumento rispetto al 2014, quando si registravano il 170,1 di over 65 ogni cento under 14. L’indice di anzianità di Cassino è passato da 153,2 nel 2014 a 182,5 nel 2022. Ad Alatri nel 2014 era di 126,2 e nel 2022 di 161,3; a Sora, nello stesso periodo di tempo, è passato da 165,8 a 199,8; a Ceccano da 149,2 a 181,2 e ad Anagni da 142,3 a 180,2.
I dati, che riflettono la situazione nazionale, emergono da uno studio di Openpolis, su dati Istat relativi al 2022 e recentemente pubblicati, che evidenzia il crescente divario demografico nel Paese, proponendo una proiezione futura, e mette in luce le criticità che ne conseguono.
Lo scenario
Dallo studio emerge che nel 2005 in Italia le persone con più di ottant’anni erano 2,4 milioni, mentre oggi sono 4,1 milioni, grosso modo a parità di popolazione. Proiettando il dato nei prossimi vent’anni, in uno scenario di previsione mediano, nel 2045 un terzo della popolazione potrebbe superare i 65 anni e la quota di over 80 potrebbe superare il 10%. «Si tratta principalmente dell’esito di due fenomeni - si legge nello studio di Openpolis - Il primo è il positivo allungamento delle prospettive di vita. Nel 2005 infatti la speranza di vita di una persona giunta ai 65 anni d’età era inferiore a 20 anni (19,3 anni di media), mentre il dato stimato per il 2024 indica una media di 21,2 anni. Il secondo fattore ha invece a che fare con il declino del numero di nascite». Il rapporto tra generazioni, quindi, che vede già prevalere la popolazione anziana su quella giovane, sembra destinato a divenire sempre più squilibrato in favore dei primi. Il quadro appare chiaro guardando ai dati di venti anni fa e alla proiezione, comparati con quelli di oggi, e alla proiezione che Openpolis propone guardando ai prossimi venti anni. Nel 2005 i minori in Italia erano circa 10 milioni, pari al 17% della popolazione; di questi, 8,2 milioni avevano tra 0 e 14 anni. Gli over 65 rappresentavano invece circa un quinto dei residenti, cioè il 19,5%, pari a 11,3 milioni di persone. A distanza di vent’anni, i dati provvisori del 2025 mostrano un marcato invecchiamento della popolazione, con una quota di ultrasessantacinquenni di 14,5 milioni, vale a dire quasi un cittadino su quattro, mentre i minori sono scesi sotto quota 9 milioni (14,9% del totale), di cui 7 milioni sotto i 14 anni. Il rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 14, ha così superato le due persone anziane per ogni bambino. Le proiezioni Istat indicano che lo squilibrio è destinato a crescere ulteriormente: nel 2045 potrebbero esserci in Italia circa 19 milioni di over 65 a fronte di 6 milioni di under 14, con un rapporto di tre anziani per ogni bambino.
La classifica
Guardando ai comuni capoluogo di provincia, quelli con l’indice di vecchiaia più basso sono Andria (134,9 anziani ogni 100 bambini sotto i 14 anni), Crotone (143,9), Barletta (151,7), Napoli (152,6), Reggio nell’Emilia (156,1), Palermo (159,1), Catania (161,7), Trani (162,1), Latina (164,8) e Prato (165,5). Dati che evidenziano una maggiore presenza di giovani rispetto agli anziani in queste città, con Andria che si distingue per il valore più basso. Al lato opposto della classifica, tra i dieci capoluoghi con l’indice di vecchiaia più alto spiccano tre città sarde, tutte con un rapporto superiore ai 3 anziani per minore già nel 2022. Si tratta di Carbonia (350), Cagliari (312,5) e Oristano (300,7). Seguono altri comuni dell’Italia centro-settentrionale, anch’essi caratterizzati da un rapporto di oltre 2,5 anziani per minore: Ascoli Piceno (285,2), Biella (285,2), Ferrara (278,3), Savona (265,9), Genova (264,7), Verbania (264,0) e Trieste (262,5).
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