Spazio satira
Terracina
07.09.2025 - 12:30
Il luogo dell'incidente
Alcuni video e una testimonianza: c’è una terza persona che quella notte era a poca distanza dal luogo dell’incidente. Non è il fratello e non è neanche l’amico di Federico Salvagni, ma in base a quanto è emerso è un testimone che si trovava in una posizione diversa, sull’altro lato della strada che collega San Felice Circeo con Terracina. Sono alcuni degli elementi con cui gli inquirenti hanno puntato nell’udienza di venerdì a rinforzare l’impianto accusatorio. Sono ore decisive al Tribunale del Riesame di Roma che a breve dovrà pronunciarsi sulla richiesta di arresti domiciliari presentata da Gioacchino Sacco, il quarantanovenne di Aquino in carcere per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. Il silenzio che arriva da Roma sembra indicativo in merito alla tenuta delle esigenze cautelari e quindi del carcere come richiesto dalla Procura, sarà necessario attendere ancora.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Polizia stradale e del Commissariato di Polizia di Terracina, Gioacchino Sacco, alla guida di una Lancia Ypsilon beige ha investito e ucciso senza fermarsi Federico Salvagni, 16 anni di Latina. Nella corposa integrazione investigativa depositata dalla Procura e dal pubblico ministero Marco Giancristofaro che era presente in occasione dell’udienza, ci sono alcuni frame di un video della notte dell’incidente che riprendono una Lancia Ypsilon con un uomo che indossa una maglia bianca: è la stessa persona che scende poi nel parcheggio del supermercato Conad a Terracina nove minuti dopo l’impatto. Quell’uomo ha ribadito la Procura è Gioacchino Sacco.
Gli inquirenti hanno ripercorso e tracciato gli spostamenti del veicolo e di Gioacchino Sacco e le testimonianze raccolte sono ritenute coerenti con la dinamica dei fatti. L’auto che prende i tre ragazzi da dietro con la parte destra. Sono tutti elementi valutati dal Tribunale del Riesame. Nelle carte dell’inchiesta sono finiti anche i precedenti di Sacco, indagato per il reato di truffa. L’anno scorso - in base a quanto è emerso - una donna in servizio su una ambulanza, aveva presentato contro di lui una denuncia querela.
In occasione dell’udienza che si era svolta venerdì, i familiari e gli amici di Federico Salvagni, hanno chiesto giustizia e hanno chiesto che sia confermata la misura cautelare del carcere. Nel provvedimento restrittivo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Laura Morselli aveva messo in luce che la condotta dell’uomo era stata molto grave. Non aveva la patente che gli era stata revocata, contestata l’aggravante che l’auto era sprovvista di copertura assicurativa.
Federico Salvagni era stato investito da un’auto mentre era a piedi lungo la strada insieme al fratello gemello Daniele e ad un amico. L’auto dopo l’impatto lo aveva trascinato e non si era fermata per prestare i soccorsi. I genitori, i parenti e gli amici di Federico chiedono giustizia. «La pena vera è solo la galera», è stato lo slogan che si è sentito in piazzale Clodio.
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