Cronaca
17.08.2025 - 13:00
Il cassinate Gioacchino Sacco, noto come Jonathan, ha diversi precedenti sulle spalle. Fino a sette, otto anni fa risultava residente proprio ad Aquino, dove risiede ancora parte della sua famiglia. Poi il trasferimento a Terracina.
Il quarantanovenne cassinate, ora accusato dell’investimento mortale del sedicenne Federico Salvagni, nel 2019 - mentre era residente ad Aquino - finì coinvolto nella maxi inchiesta “Galaxy” della Guardia di Finanza di Isernia e venne arrestato, insieme ad altre 22 persone, di cui nove della provincia di Frosinone.
All’imprenditore, che all’epoca aveva 43 anni, su istanza fatta a seguito dell’interrogatorio di garanzia venne imposto l’obbligo di firma. Intestatario di due società di rivendita di auto, una con sede a Pontecorvo e l’altra a Piedimonte Matese, si vide contestare i resti di truffa aggravata e falso in atto pubblico commesso da privato.
L’inchiesta Galaxy - il nome deriva dal telaio di un modello di auto, Ford Galaxy, utilizzato per vendere 64 Porsche - scattò quando venne scoperta una truffa internazionale con le auto di lusso. Un’indagine nata dai controlli incrociati della Finanza di Isernia e dell’Agenzia delle entrate dopo il flusso di auto immatricolate in alcune agenzie della zona. Ben presto venne scoperta la presunta frode per mancato versamento dell’Iva ai danni dell’Italia e della Ue.
Secondo le ipotesi delle Fiamme gialle il gruppo, in sostanza, sfruttando le falle dei sistemi di controllo adottati dall’Agenzia delle entrate e dal ministero dei Trasporti avrebbe utilizzato tecniche di falsificazione dei documenti. La finalità? Immatricolare auto di lusso come utilitarie per frodare il fisco ed essere particolarmente competitivi sul mercato. Sul tavolo c’era infatti anche l’illecita concorrenza, come spiegò il procuratore di Isernia Carlo Fucci, oggi a capo della procura di Cassino. «Grazie all’indebito risparmio dell’Iva non versata, il sodalizio è risuscito ad acquisire una rilevante quota di mercato, costituendo delle vere e proprie posizioni dominanti nel mercato nazionale degli autoveicoli di lusso, con l’ovvia conseguenza della distorsione del principio di libera concorrenza» aveva spiegato a margine della maxi operazione il dottor Fucci.
La Finanza individuò il sistema e tracciò il presunto percorso di frode: dalla falsificazione documentale all’evasione transnazionale dell’Iva. Il gruppo avrebbe venduto 1.576 auto di lusso illecitamente immatricolate (tra cui Ferrari, Porsche, Jaguar, Mercedes, Audi, Bmw, Land Rover) ed emesso 51 milioni di euro di fatture inesistenti. In totale vennero coinvolte 167 persone, 159 concessionarie e 9 società estere.
Adesso Gioacchino “Jonathan” Sacco è stato arrestato per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso e si trova ristretto nella casa circondariale di Latina a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’uomo è rimasto muto davanti al personale del Commissariato di via Petrarca e adesso si trova ristretto nella casa circondariale di Latina a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Forte l’eco provocato dalla notizia dell’investimento mortale anche nel Cassinate
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