Movida
28.07.2025 - 10:43
Stretta su alcol, musica e “vita notturna”. «Quindi, cosa succede ora?». È questa la domanda che si sono fatti tutti nelle ultime due serate del fine settimana appena trascorso. Soprattutto tra i tavolini dei locali di largo Turriziani, nel cuore del centro storico di Frosinone, non si è parlato d’altro. Ma la preoccupazione cresce soprattutto tra i titolari dei locali. La paura è di tornare ad avere strade vuote e frusinati a passeggio in altri comuni. «Perché a mezzanotte e mezza devo alzarmi e tornare a casa?», si domandano quei clienti che le regole e le norme non scritte (di buona civiltà) le hanno sempre rispettate.
Dall’altro lato c’è la posizione dei commercianti. Preoccupati che dopo anni di sacrifici per essere riusciti a riportare un po’ di persone in estate in città temono ora un ritorno al passato. A quando Frosinone era completamente deserta, con scene di strade vuote come nei peggiori incubi. Intanto la petizione lanciata proprio dai titolari degli esercizi commerciali fino a ieri sera aveva raccolto circa 310 firme. Da oggi si parte anche con la raccolta su carta. E questa sera la maggior parte di loro, non solo del centro storico, ma anche della parte bassa, si riuniranno per confrontarsi sui primi effetti dell’ordinanza firmata venerdì dal sindaco Riccardo Mastrangeli ed entrata in vigore da sabato fino al 26 agosto. Solo due giorni e quel provvedimento sta già scontentando tutti.
Si incontreranno quindi tutti i commercianti perché nonostante le maggiori problematiche si concentrano nel centro storico (residenti in primis) il provvedimento è stato esteso a tutto il capoluogo, a 360 gradi. «Frosinone da diversi anni si è ripresa sotto questo punto di vista. Quando prima l’estate la gente viaggiava verso altre mete come Isola del Liri o sui litorali pontini. Ma pensiamo a Isola del Liri, anche questo comune ha un’ordinanza. È giusto che ci sia, noi siamo i primi ad essere d’accordo. Ma non così “stretta”». A parlare è Andrea Ciotoli, uno dei titolari del “Polo Nord” e promotore della petizione. «Avevamo chiesto di regolamentare gli orari di chiusura. Ad esempio per quanto riguarda il nostro locale abbiamo scelto spontaneamente di non mettere mai la musica all’esterno, in nessun orario, proprio per andare incontro alle esigenze dei residenti – aggiunge – Abbiamo evitato costantemente questo. Basterebbe un minimo di accortezza. Inoltre, abbiamo scelto di chiudere, sempre di nostra iniziativa, alle 2 nel weekend e nei giorni infrasettimanali all’una e mezza. Posso dire che da parte nostra siamo stati attentissimi, ma purtroppo non è servito a niente. Anzi la sensazione è la stessa del coprifuoco durante la pandemia da Covid - 19».
Poi ci sono i residenti del centro storico che più volte hanno chiesto un intervento da parte dell’Amministrazione, anche avviando una collaborazione con le forze dell’ordine. Ma adesso si sentono presi in giro. Parlano di «beffa, ci troviamo davanti ad un provvedimento addirittura peggiorativo, dove i locali possono stare aperti finché vogliono, senza limiti di orario», dicono dal comitato dei residenti annunciando che andranno avanti con le azioni legali. Nelle ultime settimane infatti c’erano stati esposti proprio per chiedere il rispetto delle regole e il diritto al riposo notturno. Infine, i controlli. Venerdì un’operazione congiunta da parte di polizia locale e carabinieri ma che non ha riguardato l’ordinanza in sè. Visto che è stata emanata da pochissimi giorni per sabato è stata scelta una linea più soft, proprio per permettere a tutti di conoscere i nuovi divieti. E proprio i controlli (da parte di Vigili urbani e Forze dell’ordine) potrebbero rappresentare la sintesi per tenere insieme le ragioni dei titolari delle attività commerciali e quelle dei residenti.
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