Spazio satira
Investimento Novo Nordisk
09.07.2025 - 13:00
La segretaria della Cisl di Frosinone Antonella Valeriani
L’investimento record da due miliardi della Novo Nordisk ad Anagni non soltanto è destinato a rafforzare il già vitale settore farmaceutico nel Lazio, ma si potrebbe tradurre anche in uno slancio per il territorio, a più livelli. Questa in estrema sintesi la visione della segretaria della Cisl di Frosinone Antonella Valeriani, che sui risvolti del piano di investimento ha fatto il punto in un’intervista.
Lunedì alla Regione Lazio l’ufficializzazione della nomina di Francesco Rocca a commissario. Un fattore positivo?
«La valutazione è molto positiva. Aver incaricato un commissario straordinario consente di intervenire celermente rispetto alle urgenze e in relazione agli iter burocratici. Si tratta di una figura che permette di portare avanti tutto quello che concorre a far sì che l’investimento si sviluppi».
Quali sono i risvolti per il territorio?
«Estremamente favorevole è l'approvazione di 2,9 milioni per l’asse viario in località Selciatella. Io in particolare avevo più volte sollecitato questo tipo di interventi perché in quella zona c'è un sistema viario ancora obsoleto rispetto alle necessità di quell’area, a maggior ragione nel momento in cui c’è un transito di camion così sostenuto, su strade assolutamente insufficienti».
In questo contesto di rilancio, che ruolo giocherebbe la stazione Tav?
«Sulla stazione Tav come Cisl ci siamo spesi molto perché è un’opera assolutamente necessaria, anche per accompagnare questi investimenti e rilanciare un territorio che ha bisogno assolutamente di nuova linfa. Non è possibile oggi immaginare che ci sia un sistema per cui certe distanze sono incolmabili rispetto a un’area Nord che comunque si sta molto sviluppando».
Investimenti di questa portata possono fungere da acceleratore per queste opere collaterali?
«Non solo possono, ma devono essere una spinta perché la presenza di questi investimenti significa che il territorio è attrattivo. Non dimentichiamo che sulla produzione di vaccini i nostri siti hanno fatto la differenza. Sicuramente se avessimo delle infrastrutture adeguate arriverebbero anche altri investimenti. Il farmaceutico rappresenta per il Lazio la maggiore risorsa per l’export el e esportazioni necessitano anche di trasporti delle merci, per i quali sarebbe virale la Tav, che, non dimentichiamo che in altri snodi viene utilizzata di giorno per i passeggeri e di notte per trasportare le merci. È un’opera che attirerà quindi altri investimenti e lavoro. Stiamo parlando appunto di occupazione di qualità ben retribuita, sicura e che dà la possibilità a tanti giovani del nostro territorio di rimanere qui a lavorare piuttosto che fuggire altrove».
Parlando di lavoro di qualità entra in gioco anche la formazione?
«Assolutamente la formazione e anche la riqualificazione direi, perché è anche vero che il territorio sta vivendo anche la crisi dell’indotto della filiera Stellantis ma perché non fare magari, almeno per una parte di queste figure, una riqualificazione per far sì che vengano riassorbite? Così come è importante una formazione specifica. Abbiamo avuto sul territorio le scuole dei meccatronici ma anche quelle per operatori farmaceutici. Sarebbe necessario, quindi, legare soprattutto le scuole tecniche e le università, ai bisogni anche del mercato del lavoro».
Quindi un’operazione di questo tipo innesca una serie di ingranaggi collegati?
«Sì, è un sistema che deve essere assolutamente integrato, tra l’altro che si coniuga benissimo con il protocollo firmato anche in Regione Lazio con Unindustria e con le organizzazioni sindacali, che metta al centro la formazione e una serie di risorse per riportare in questo territorio investimenti importanti».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione