Spazio satira
L'allarme
27.06.2025 - 19:31
Con l’arrivo del caldo e il conseguente aumento della diffusione del virus Blue Tongue, Coldiretti Lazio lancia un appello urgente alle istituzioni. La malattia, che ha già colpito numerosi allevamenti in tutta la regione, sta causando pesanti perdite economiche e preoccupa seriamente il settore zootecnico. «Abbiamo chiesto un intervento immediato al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca – dichiara il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri –. Il Tavolo di crisi è stato convocato per il 1° luglio, ma servono risposte concrete e tempestive». Tra le richieste avanzate, spiccano la gratuità dei vaccini contro la Blue Tongue e rimborsi per i costi sostenuti nello smaltimento delle carcasse animali. Già lo scorso novembre Coldiretti aveva sollecitato interventi, durante una mobilitazione davanti alla sede della Regione. Oggi la situazione si è aggravata, con nuovi focolai e un quadro che rischia di degenerare. «La Blue Tongue non rappresenta un pericolo per l’uomo – conclude Granieri – ma può mettere in ginocchio l’intero comparto, causando danni economici enormi. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi. Serve anche l’attivazione di tavoli ministeriali per tutelare gli allevatori, che non possono essere lasciati soli ad affrontare crisi su crisi».
Ma cos'è la Blue Tongue? Conosciuta anche come febbre catarrale degli ovini, è una malattia virale che colpisce i ruminanti, sia domestici che selvatici, come pecore, capre, bovini e cervidi. Si tratta di un'infezione non contagiosa trasmessa da insetti vettori del genere Culicoides.
Negli ultimi 15-20 giorni, circa 30-40 aziende agricole della provincia stanno segnalando un’anomala mortalità tra i capi ovini, con una media del 7-8% di pecore morte per azienda, pari a circa 200 animali deceduti in pochi giorni. La dinamica e la rapidità dei decessi fanno sospettare un focolaio epidemico attivo. Le prime denunce ufficiali risalgono a tre giorni fa, ma la situazione appare già critica. Le segnalazioni provengono da diversi comuni, tra cui Casalattico, San Biagio, Sette Frati, Casalvieri, San Donato Val di Comino, Alvito e Picinisco. Gli allevatori descrivono una morte lenta e dolorosa degli animali, con gravi sintomi progressivi e impossibilità di intervenire efficacemente. Di fronte alla confusione e alla mancanza di informazioni chiare, gli allevatori chiedono con urgenza un protocollo sanitario condiviso per disinfezione e contenimento, oltre a interventi rapidi delle autorità veterinarie e linee guida operative per proteggere gli animali sani.
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