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Anagni

Ex Polveriera, via libera al maxi progetto

Via libera al piano di riconversione. Un nuovo agglomerato nell’area dell’ex deposito militare

Ex Polveriera, via libera al maxi progetto

Il rendering del progetto di riconversione dell’area dell’ex Polveriera

Il sindaco Daniele Natalia promette: l’operazione si farà. E sarà imponente. Per questo non lesina toni trionfalistici: “L’area dell’ex deposito militare, la storica Polveriera, è pronta a trasformarsi nel più grande progetto di sviluppo per Anagni e il suo territorio”.
Il via libera al piano di riconversione della vecchia area militare, 180 ettari nei pressi della stazione ferroviaria e del casello A1, dismessa dal Ministero della difesa anni fa e poi acquistata dal Comune, è arrivato lunedì dal consiglio comunale. Nascerà qui un nuovo agglomerato con all’interno attività diverse. È lo stesso Natalia ad annunciarle in una nota: “un grande parco fotovoltaico e agrovoltaico; uno dei principali data center italiani; un policlinico con annesso centro universitario”. E poi altre ipotesi in campo: “un’area per grandi eventi, concerti e manifestazioni culturali; una pista di motocross per competizioni internazionali; una nuova ‘città dello sport’ con il sostegno del Coni che ha accolto la nostra proposta”.

Inoltre “servizi ricettivi e commerciali a supporto di tutti gli altri interventi, per accompagnare lo sviluppo delle aree urbane ed extraurbane”.
Vanno in archivio così altri piani che in questi anni sono stati proposti per l’ex Polveriera: la città della musica, la pista di Formula uno, la Cinecittà ciociara. Proposte che il sindaco considera piuttosto “suggestioni”. “Le abbiamo ascoltate tutte, con rispetto, e valutate - afferma Natalia - Ma ciò che è sempre mancato è stata la solidità economica e progettuale dei proponenti. Oggi la situazione è diversa. Abbiamo davanti progetti concreti, solidi, con potenzialità reali per Anagni e per tutto il territorio”.
Natalia rivendica il merito di averci visto lungo, sin da quando sostenne l’acquisizione dell’area con l’allora sindaco Carlo Noto. Una scelta che ora ribadisce per “mantenere la vocazione pubblica e produttiva, in linea con l’ambiente e con uno sviluppo sostenibile”.

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