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L'omicidio

Romina uccisa con 14 coltellate. Confermati i 24 anni per Pietro Ialongo

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’imputato accusato di aver ucciso Romina De Cesare. Il delitto nel maggio del 2022 nella casa che i due, entrambi del Molise, condividevano al centro storico

Romina uccisa con 14 coltellate. Confermati i 24 anni per Pietro Ialongo

La polizia in via del Plebiscito la sera del ritrovamento del corpo senza vita di Romina

Il giorno dei patroni San Silverio e Sant’Ormisda arriva la condanna definitiva per Pietro Ialongo, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Romina De Cesare. Un delitto avvenuto la notte tra il 2 e il 3 maggio 2022 nell’appartamento che i due, originari del Molise, condividevano in via del Plebiscito a poche centinaia di metri da Santa Maria. Ialongo, 41 anni a luglio, nato a Pesaro, dovrà scontare una pena di 24 anni, la stessa inflittagli dalla Corte d’assise di Frosinone e confermata, in appello e, ieri, in Cassazione.

Romina, che l’altro ieri avrebbe compiuto 39 anni, a Frosinone lavorava come cameriera in un bar. I due si erano lasciati, ma, per dividere le spese, avevano scelto di abitare ancora al centro storico. Ma Romina, che nel frattempo aveva conosciuto e iniziato a frequentare un ragazzo di Alatri, aveva deciso di andarsene, stanca di Pietro che, una notte l’aveva svegliata e filmata per accusarla della fine della relazione. Quella sera sarebbe stata l’ultima a Frosinone prima di tornare a casa in Molise.
Ialongo, difeso dall’avvocato Marilena Colagiacomo, era accusato di omicidio con l’aggravante del rapporto di convivenza e dell’aver commesso il fatto nei confronti di una persona con cui aveva posto in essere atti persecutori. Il delitto, come ricostruito dalla squadra mobile della questura di Frosinone, dura poco meno di dieci minuti. Sono le telecamere della zona a immortalare Romina che rientra per l’ultima volta a casa dopo una serata trascorsa fuori e Pietro che esce in tutta fretta, una decina di minuti dopo, per dirigersi, con propositi suicidi (dirà lui) verso il mare dove l’indomani sarà fermato dai carabinieri a Sabaudia.

La Corte d’assise d’appello scriverà: «La sera del 2 maggio l’imputato aspetta, vestito, il rientro a casa della De Cesare e verso le 00.35 del 3 maggio, in un impeto d’ira, la uccide colpendola con ben 14 coltellate». Per rimarcare che Ialongo, nell’interrogatorio, nel quale confessa l’omicidio ricorda di averla colpito “solo” quattro volte con «il coltello che lei gli aveva regalato». Superate anche le eccezioni sulla capacità di intendere e volere dell’imputato. Per la famiglia De Cesare si sono costituti parte civile gli avvocati Danilo Leva e Fiore di Ciuccio.

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