L'omicidio
21.06.2025 - 16:00
La polizia in via del Plebiscito la sera del ritrovamento del corpo senza vita di Romina
Il giorno dei patroni San Silverio e Sant’Ormisda arriva la condanna definitiva per Pietro Ialongo, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Romina De Cesare. Un delitto avvenuto la notte tra il 2 e il 3 maggio 2022 nell’appartamento che i due, originari del Molise, condividevano in via del Plebiscito a poche centinaia di metri da Santa Maria. Ialongo, 41 anni a luglio, nato a Pesaro, dovrà scontare una pena di 24 anni, la stessa inflittagli dalla Corte d’assise di Frosinone e confermata, in appello e, ieri, in Cassazione.
Romina, che l’altro ieri avrebbe compiuto 39 anni, a Frosinone lavorava come cameriera in un bar. I due si erano lasciati, ma, per dividere le spese, avevano scelto di abitare ancora al centro storico. Ma Romina, che nel frattempo aveva conosciuto e iniziato a frequentare un ragazzo di Alatri, aveva deciso di andarsene, stanca di Pietro che, una notte l’aveva svegliata e filmata per accusarla della fine della relazione. Quella sera sarebbe stata l’ultima a Frosinone prima di tornare a casa in Molise.
La Corte d’assise d’appello scriverà: «La sera del 2 maggio l’imputato aspetta, vestito, il rientro a casa della De Cesare e verso le 00.35 del 3 maggio, in un impeto d’ira, la uccide colpendola con ben 14 coltellate». Per rimarcare che Ialongo, nell’interrogatorio, nel quale confessa l’omicidio ricorda di averla colpito “solo” quattro volte con «il coltello che lei gli aveva regalato». Superate anche le eccezioni sulla capacità di intendere e volere dell’imputato. Per la famiglia De Cesare si sono costituti parte civile gli avvocati Danilo Leva e Fiore di Ciuccio.
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