Spazio satira
Cassino
25.05.2025 - 17:00
Il Plant di Cassino
Crisi, effetto domino sull’indotto. Questa volta a tremare è la Iscot, un’altra società che si occupa dei servizi all’interno di Stellantis. In effetti tutta la filiera produttiva sembra legata da un filo sottilissimo, anzi da una sorta di imbastitura, come se le aziende fossero tenute insieme utilizzando solo punti provvisori. E per questo non duraturi. Se Transnova, Logitech e Teknoservice - dopo la lunga battaglia sindacale - possono contare sul rinnovo dell’appalto fino a dicembre, l’Atlas è in scadenza tra qualche mese, insieme ad altre attività come appunto la Iscot. La situazione è molto complessa.
Nella storica società che si occupa di pulizie dei macchinari nello stabilimento di Piedimonte San Germano sarebbero partite, infatti, le lettere per il trasferimento in provincia di Rieti. Si sta di fatto ripetendo lo stesso copione della De Vizia, dove dei 32 dipendenti a rischio la metà sono già andati via, non potendo accettare la proposta di trasferimento a Roma. Ora per gli oltre 40 della Iscot la proposta di trasferimento è verso Rieti, secondo la FlmU-Cub. Che parla di “licenziamenti mascherati”. La distanza per molti sarebbe superiore a 150 chilometri e con uno stipendio di circa 900 euro, la proposta sarebbe difficile da accettare. Alcuni con la “giusta causa” hanno diritto almeno alla Naspi, altri neppure a quella. «Fino a un anno e mezzo fa erano 73 i dipendenti.
Poi le difficoltà di Stellantis hanno dato il colpo di grazia - ha spiegato il coordinatore regionale della Uilm, Francesco Giangrande - Loro operano alla verniciatura e al centro plastica. L’appalto della verniciatura, essendo cambiati gli impianti, è mutato: la Iscot lavora a chiamata. Gli impianti della verniciatura nuova sono stati tutti trasferiti in quella “vecchia” determinando una notevole riduzione. Così anche la Iscot non ha più quotidianamente ore sufficienti di lavoro. I turni di notte sono di fatto solo sulla carta e il lavoro si fa a chiamata: una riduzione decisa da Stellantis a dir poco drastica. Sono arrivati i contratti di solidarietà e pian piano la situazione è peggiorata. Avendo altri stabilimenti a Rieti, ora sono arrivate le richieste di trasferimento.
Dei circa 40 dipendenti rimasti, la metà è impiegata nel settore plastica, l’altra però proprio alla verniciatura. E questi 20 non sono saturati perché, appunto, si lavora a chiamata. Abbiamo fatto una richiesta di incontro per una verifica riferita all’ultimo accordo, quello legato ai contratti di solidarietà. Il 30 settembre scade l’appalto e si dovranno tirare le somme, così come per l’Atlas. Siamo in attesa, anche per capire come questi mesi potranno essere gestiti. Chiediamo che l’azienda smetta di mandare lettere di trasferimento. Perché solo i lavoratori della verniciatura sono sottoposti a un trattamento diverso, pur facendo parte della stessa attività?».
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