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La situazione

Mensa scolastica come un ristorante. Tariffe pesanti per le famiglie

Le tariffe per l’Infanzia e per la Primaria a Frosinone sono le più alte del Lazio. Secondo Cittadinanzattiva una famiglia frusinate spende all’anno 967 euro

Mensa scolastica a peso d’oro. Tariffe pesanti per le famiglie

Alla mensa scolastica come al ristorante. Un macigno sui bilanci familiari: Frosinone si conferma la città più cara del Lazio per le mense scolastiche, con tariffe che superano di gran lunga la media regionale e nazionale, trasformando un servizio, sebbene a domanda individuale, ma ormai diventato essenziale, in un peso economico quasi insostenibile. Secondo l’VIII Indagine di Cittadinanzattiva, nell’anno scolastico 2024-2025, un pasto a Frosinone costa 5,37 euro, contro i 4,25 euro medi nazionali per la scuola dell’infanzia e i 4,30 euro per la primaria. Un dato che si traduce in una spesa di 107 euro al mese e 967 euro all’anno per figlio, ben oltre gli 85 euro mensili (767 euro annui) per l’infanzia e gli 86 euro mensili (775 euro annui) per la primaria a livello nazionale.

Il confronto con il resto del Lazio è impietoso. La media regionale fissa il costo di un pasto a 3,61 euro, con una spesa mensile di 75 euro e annuale di 674 euro, sia per l’infanzia che per la primaria. Frosinone, con tariffe del 49% più alte rispetto alla media laziale, si distacca nettamente da Roma e Latina, dove un pasto costa solo 2,60 euro (52 euro al mese, 468 euro all’anno). Queste due città si collocano, poi, tra le dieci più economiche d’Italia. A Rieti, il costo è di 4,48 euro a pasto (103 euro mensili, 927 euro annui), mentre a Viterbo si spendono 3 euro (60 euro al mese, 540 euro annui). Frosinone supera Rieti di 0,89 euro a pasto e Viterbo di 2,37 euro, con un aggravio annuale di 499 euro all’anno rispetto a Roma e a Latina, una disparità che rende il servizio di mensa quasi un lusso per molti nuclei familiari frusinati.

L’indagine, condotta su una famiglia-tipo composta da due genitori e un figlio minore, con reddito lordo di 44.200 euro e Isee di 19.900 euro, considera una frequenza di 20 giorni al mese per 9 mesi, escludendo eventuali costi extra, annuali o mensili. A livello nazionale, l’Emilia Romagna si conferma la regione più cara con 108 euro mensili, mentre la Sardegna resta la più economica con 61 euro per l’infanzia e 64 euro per la primaria. Le tariffe italiane hanno registrato un incremento medio dell’1%, ma con variazioni regionali marcate: la Sicilia ha visto un aumento del 13% nell’infanzia e dell’8% nella primaria, mentre la Basilicata ha ridotto i costi del 6% in entrambe le scuole, dimostrando che interventi locali possono fare la differenza.

A livello di capoluoghi di provincia, Frosinone si piazza tra le città più care d’Italia, poco fuori dalla lista delle dieci peggiori, superata, ad esempio, da Torino, dove un pasto per l’infanzia costa 6,60 euro, e da Livorno e Trapani, con 6,40 euro per la primaria. Al contrario, Barletta si distingue come la più economica, con un costo di 2 euro a pasto per entrambe le scuole. Nel panorama delle città metropolitane, Roma brilla per il suo costo contenuto di 2,60 euro a pasto, un risultato che sottolinea l’efficacia delle politiche locali nel mantenere il servizio accessibile.

Le ragioni di questi costi elevati? L’inflazione e l’aumento delle spese energetiche incidono pesantemente, secondo l’indagine di Cittadinanzattiva, ma a Frosinone pesano di più. Il confronto con Roma e Latina, dove i costi sono mantenuti bassi grazie probabilmente a gestioni più oculate, evidenzia un divario che solleva interrogativi sul servizio fornito alle famiglie. Cittadinanzattiva lancia un appello per l’istituzione di un Fondo nazionale contro la povertà alimentare e per un decreto attuativo che distribuisca risorse ai Comuni, in modo da garantire un accesso equo al servizio di mensa. Nel Lazio, solo il 24,5% delle 3.201 scuole dispone di una mensa, e il Pnrr prevede la costruzione di 61 nuove strutture, di cui 46 ex novo. Tuttavia, per le famiglie di Frosinone, queste misure appaiono ancora lontane: il costo della mensa scolastica resta una sfida quotidiana, e il rischio è che un diritto ormai fondamentale come il pasto a scuola diventi un privilegio per pochi. «Serve un intervento immediato per alleggerire il carico economico sulle famiglie» afferma Cittadinanzattiva, sottolineando l’urgenza di politiche più inclusive.

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