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Calci alla capretta, il giudice prende tempo

Ieri l’udienza al Tribunale dei minori di Roma. Otto sotto accusa insieme a sei maggiorenni di Fiuggi e Anagni

Tribunale per i minorenni

Tribunale per i minorenni

Nell’udienza di ieri mattina al Tribunale dei minorenni di Roma, il gup si è riservato di decidere sulla sorte processuale degli otto ragazzi minori coinvolti, insieme ad altri sei maggiorenni di Anagni e Fiuggi, nella vicenda della capretta presa a calci la sera del 27 agosto 2023 in un agriturismo della città dei papi, durante una festa. In aula, per l’udienza fissata dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione del caso presentata da numerose associazioni animaliste, gli avvocati della difesa Angelo Galatti, Daisy Liburdi, Daniele Natalia e Giampiero Vellucci.

Il gup ha preso tempo per pronunciarsi sulla vicenda probabilmente alla luce della recente decisione assunta dal Tribunale di Frosinone riguardo ai ragazzi maggiorenni coinvolti, con la disposizione di nuovi accertamenti tecnici e della raccolta di ulteriori testimonianze. A febbraio il gip di Frosinone, la dottoressa Ida Logoluso, aveva chiesto di acquisire le deposizioni di altre persone presenti quella sera nell’agriturismo e ulteriori approfondimenti sulle memorie dei telefonini dei ragazzi per verificare la presenza o meno di fotografie o filmati che ritraggono l’animale ancora vivo, prima che il video rinvenuto dagli inquirenti lo riprendesse morto nella carriola.

Appare dunque presumibile, in virtù della coerenza tra i due procedimenti in corso per i ragazzi più grandi e per quelli più piccoli, che il Tribunale per i minorenni ribadisca la linea del gip di Frosinone con la richiesta di ulteriori accertamenti. Provvedimento che le associazioni ambientaliste che si oppongono all’archiviazione del caso hanno depositato ieri nell’udienza romana. Le accuse ipotizzate a carico dei ragazzi sono di maltrattamento di animali e istigazione a commettere un delitto. I giovani coinvolti hanno sempre sostenuto che quando è stato preso a calci l’animale fosse già morto. Anche il ragazzo di Fiuggi, all’epoca diciassettenne, accusato di aver colpito e ucciso la capretta ha sempre sostenuto che l’animale era morto. Il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione proprio considerando il fatto che l’animale non fosse più in vita e che dunque non sussisterebbero i reati contestati.

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