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Sant'Apollinare

Minacce e spaccio dai domiciliari

Misura aggravata per un trentenne già in stato di arresto per reati da “Codice rosso” nei confronti della ex

Minacce e spaccio dai domiciliari

Era finito agli arresti domiciliari perché indagato per un reato da “Codice Rosso”. Reato che sarebbe stato commesso nei confronti della moglie dalla quale, poi, si è separato. Ma avrebbe continuato comunque a minacciarla aggiungendo a questo - sempre secondo le accuse - anche l’attività di spaccio durante i domiciliari. Per questo nelle scorse ore un trentenne di Sant’Apollinare è finito in carcere, dopo l’accoglimento della richiesta del pm da parte del giudice. Secondo quanto ipotizzato dall’autorità giudiziaria, il trentenne avrebbe violato più volte le prescrizioni a suo carico.

Non solo avrebbe continuato a rivolgere alla moglie, non più convivente, minacce gravi: l’uomo risultava sottoposto infatti alla misura dei domiciliari dopo alcuni episodi a suo carico che rientrano nel cosiddetto “Codice rosso”, che disciplina le condotte in tema di violenza domestica e di genere. Una legge, la 69 del 2019, che ha l’intento di rafforzare la tutela di chi subisce maltrattamenti, lesioni, violenze sessuali o stalking, all’interno della famiglia.

Il provvedimento emesso dal gip, sempre su richiesta della Procura di Cassino, risultava in perfetta linea con gli esiti delle rapide indagini che avevano consentito di accertare condotte ritenute vessatorie assunte dall’indagato nei confronti della moglie, dalla quale poi si è separato. Condotte che avrebbero sostanziato, in prima battuta, la richiesta della misura dei domiciliari. In base a quanto accertato dai carabinieri della stazione di Sant’Apollinare, proprio durante il periodo in cui è stato sottoposto alla misura dei domiciliari (beneficiando dunque di una misura più lieve rispetto alla detenzione in carcere) avrebbe pure ceduto alcune dosi di droga. Droga su cui, adesso, si stanno concentrando le indagini dell’Arma per capire la provenienza ma anche il “canale” utilizzato per l’approvvigionamento. «Per tali motivi, alla luce delle molteplici inosservanze, considerata l’inadeguatezza della misura, nonché il pericolo di reiterazione della condotta, il gip del Tribunale di Cassino ha accolto la richiesta del pm» hanno spiegato gli inquirenti.

Il pm incaricato, infatti, informato tempestivamente dai carabinieri di Sant’Apollinare, ha revocato gli arresti domiciliari e contestualmente ha ordinato il trasferimento in carcere del trentenne presso la casa circondariale di Cassino, in attesa di giudizio.

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