Spazio satira
La ricorrenza
25.03.2025 - 08:29
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia commemorativa del 81° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa
81 anni dopo, ricordato l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Alla cerimonia a Roma è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel corso della celebrazione sono stati elencati i nomi delle 335 vittime, tra cui nove della provincia di Frosinone. Furono massacrati dai nazisti per rappresaglia all’attentato di via Rasella. I caduti tedeschi furono 33 e i nazisti decisero di uccidere dieci italiani per ogni soldato ucciso. Tra i ciociari trucidati alle Fosse Ardeatine il più famoso è il generale Simone Simoni di Patrica, pluridecorato della Grande guerra, al termine della quale fu insignito con quattro medaglie d’argento e due di bronzo al valor militare. Aveva 63 anni. Nel suo curriculum militare otto campagne di guerra (fu fatto prigioniero dagli austriaci a Caporetto e internato a Cellelager) ed era grande invalido di guerra per le ferite riportate. Era membro del Fronte militare clandestino. Fu arrestato dalle Ss il 22 gennaio 1944, su delazione, e imprigionato per due mesi nel famigerato carcere di via Tasso dove fu torturato, con tanto di finta fucilazione il 4 febbraio 1944.
È medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: «Valoroso combattente di otto campagne, grande invalido di guerra, superdecorato al valore, di eccezionali qualità morali e di carattere fedele al giuramento ed al proprio dovere di soldato, partecipava tra rischi continui attivamente alla lotta clandestina contro il secolare nemico. Arrestato dalla sbirraglia nazi-fascista e, sottoposto alle più inumane torture, manteneva con contegno fiero e virile l’assoluto segreto sull’organizzazione, salvando così la vita ad alcuni suoi collaboratori. In occasione di una esecuzione sommaria veniva per rappresaglia barbaramente trucidato facendo olocausto di se stesso per l’affermazione delle più alte idealità civili e militari. Chiudeva così, onorata dalla gloria del supremo sacrificio, una vita eroica intensamente e nobilmente spesa al servizio della Patria». Gli sono state intitolate la caserma dell’Esercito a Sora e una scuola a Patrica. Il figlio Gastone, militare nella Folgore morì nella battaglia di El Alamein.
Gli altri ciociari morti alle Fosse Ardeatine sono: Domenico Ricci, 31 anni di Paliano, padre di tre figli. Impiegato Eiar, sergente maggior in congedo, reduce dalla campagna di Grecia, era del Partito d’Azione ed era capo settore dell’ottava zona di Roma. Fu arrestato il 12 gennaio del 1944 dalle Ss a Centocelle. È sepolto nel primo sacello delle Fosse Ardeatine. Antonio Roazzi era di Serrone ed aveva 46 anni. Padre di quattro figli, era autista. Combattente nella prima guerra mondiale, era comunista. Fu arrestato dalle Ss, il 23 febbraio 1944, per aver ospitato in casa prigionieri inglesi fuggiti dal campo di prigionia di Fara Sabina. Anch’egli fu torturato in via Tasso.
Celestino Frasca era di Veroli. Aveva 32 anni ed era padre di tre figli. Viveva proprio in via Rasella dove la moglie aveva una tintoria. Partigiano, aveva partecipato come caporale alla campagna d’Africa. Da civile faceva il muratore. Fu arrestato il 23 marzo 1944 dalla Guardia repubblicana e dalla Polizia Africa italiana. Ambrogio Pettorini, ferentinate, 48 anni, era agricoltore e aveva nove figli. Fu arrestato con l’accusa di atti di sabotaggio sulle linee telefoniche tedesche dalle Ss il 27 febbraio 1944. Di Ferentino era anche Giovanni Ballina, 38 anni, contadino. Collaboratore di don Morosini faceva atti di sabotaggio. Fu preso dalle Ss insieme a Pettorini. Aveva appena tagliato dei fili telefonici. Fu incarcerato prima a Ceccano e poi a Regina Coeli. Aveva tre figli. Di Sora erano Domenico Iaforte e Raffaello Milano. Il primo, 50 anni, calzolaio, fu arrestato il 15 marzo 1944. Era invalido della prima guerra mondiale e svolgeva attività politica con i comunisti. Il 15 marzo fu arrestato dalle Ss. Milano aveva 48 anni. Ebreo, era viaggiatore di commercio. Combattente della Grande guerra, dove fu ferito due volte, fu arrestato per motivi razziali su delazione di una cliente di Giulianova. Aveva una figlia, Silvana, e la moglie Margherita Bondì, che arrestate con lui furono deportate ad Auschwitz da dove non torneranno.
Luigi Mastrogiacomo era di Ceccano, aveva 40 anni ed era padre di tre figli. Era custode e in casa aveva una stazione radio dell’organizzazione diretta dal tenente Giglio Maurizio. Per questo fu arrestato dalla banda Koch il 18 marzo.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione