Spazio satira
I dati
18.03.2025 - 10:00
Sono 1.173 i nuovi ricorsi pervenuti nel 2024 alla Corte tributaria di Frosinone. Una mole importante per un ufficio che sconta una forte carenza di organico con soli otto giudici presenti, su due sezioni, a fronte di un organico teorico previsto di 30. Sullo sfondo incombe l’incubo della riforma della geografia della giustizia tributaria che rischia di sopprimere il 62% delle 103 corti attualmente presenti sul territorio nazionale. L’ipotesi di revisione rischia di colpire duramente anche il territorio della provincia di Frosinone allontanando dal territorio un’altra importante istituzione.
«L’organico teorico secondo la tabella del ministero è di 30 giudici su cinque sezioni - spiega il presidente della Corte tributaria di Frosinone Adolfo Coletta, ex sostituto procuratore ora in pensione - Qui siamo sette giudici più il presidente su due sezioni e siamo in attesa dell’arrivo di un giudice professionale. Con un organico pieno sarebbe possibile l’alternanza».
Numeri alla mano, nel 2024 le iscrizioni dei procedimenti sono state in cresciuta, con 1.173, rispetto alle 486, 891 e 859 del triennio 2021-2023. «La previsione dell’andamento dei flussi post Covid sono risultate sbagliate», rileva Coletta. Dei nuovi 1.173 ricorsi più di un terzo ha riguardato i tributi locali, 408, poi 283 riguarda gli altri tributi, 222 l’Irpef, 117 l’Iva, 52 l’Ires Irpeg, 39 le imposte di registro, 25 l’Irap, 17 quelli doganali e via via le altre. Per quanto riguarda il valore, 602 controversie sono di competenza del giudice monocratico con un valore della causa fino a 5.000 euro, mentre il resto è di competenza collegiale con 560 contenziosi che hanno un valore superiore ai 5.000 euro più altri 11 dal valore indeterminabile.
Resta il fatto che, in vista della ventilata soppressione, ci sono corti con numeri decisamente inferiori a quelli di Frosinone. «Circa il 33% delle Corti tributarie provinciali, 34, hanno meno di 300 ricorsi all’anno - osserva ancora Coletta - Tuttavia, in caso di soppressione di quella di Frosinone ci sarà un danno grosso per i cittadini. Con l’arrivo dei giudici professionali spero che la Corte rimanga a Frosinone. Se l’idea è avere un grande ufficio che accorpa le corti, per una provincia come Frosinone questa cosa non funzionerà bene, per i diritti dei contribuenti. Allontana la giurisdizione dal territorio. E questa cosa non ha mai fatto bene alla giustizia».
Sui ritardi nel deposito delle sentenze, Coletta non si nasconde: «Non si può negare che c’è un problema di ritardo nel deposito derivante dalla carenza di organico, dal fatto che i giudici sono continuamente in udienza e non riescono a rispettare i trenta giorni per il deposito. Ma c’è l’impegno di tutti per superare l’arretrato. Abbiamo chiesto l’implemento dell’organico ed è stata presentata una domanda».
Quanto alla produttività, Coletta spiega: «Siamo in linea con le previsioni. Nel 2024 erano previste 615 sentenze e ne sono state emesse e depositate 592, mentre altre 108 sono da depositare». L’attività, dunque, prosegue in attesa di capire se la delega al Governo per la riforma fiscale partorirà entro la scadenza del 31 agosto 2025 la ridefinizione dell’“assetto territoriale delle corti di giustizia tributaria”. Ma anche la politica locale inizia a muoversi con il presidente della provincia Luca Di Stefano che si è fatto promotore di un incontro tra tutte le parti interessate.
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