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L'inchiesta

Scarcerato Ennio De Vellis: l’imprenditore era ai domiciliari per un'inchiesta su appalti e corruzione

Arrestato il 4 luglio 2024, era accusato di aver avuto un ruolo chiave in un presunto sistema di corruzione legato all’assegnazione di appalti pubblici

Ennio De Vellis

Ennio De Vellis

L’imprenditore Ennio De Vellis è stato scarcerato dal Tribunale di Milano. Arrestato il 4 luglio 2024, era accusato di aver avuto un ruolo chiave in un presunto sistema di corruzione legato all’assegnazione di appalti pubblici. Emissione di fatture per operazioni inesistenti e turbata libertà degli incanti i reati contestati dalla procura di Milano che avevano portato agli arresti domiciliari l’imprenditore ciociaro, attivo nel settore dei traslochi, nonché il generale dei carabinieri Oreste Liporace, già comandante del II Reggimento Scuola allievi marescialli e brigadieri di Velletri.

Le indagini hanno riguardato, tra l'altro, una gara da 700.000 euro per i servizi di pulizia della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri a Velletri, assegnata nel periodo dicembre 2019-dicembre 2021, in cui De Vellis avrebbe agito come intermediario tra imprenditori e funzionari pubblici per facilitare l'ottenimento di appalti, utilizzando una rete di contatti influenti. In cambio avrebbe ricevuto denaro, borse di lusso e biglietti per eventi sportivi. Nell’inchiesta anche un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla “promessa“, non “concretizzata”, di “appalti all’interno del Vaticano”, e un appalto triennale, nel 2020, da 15 milioni di euro "per il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri". Tale appalto sarebbe stato "effettivamente ottenuto" dalle società dei fratelli Fabbro grazie – sostiene l’accusa - a 165.000 euro pagati a De Vellis, per la sua opera di mediazione all’interno del Dipartimento informazioni e sicurezza, per favorire proprio il gruppo Fabbro.

Dopo l'arresto, De Vellis è stato posto agli arresti domiciliari. Successivamente, la Procura di Milano ha richiesto il giudizio immediato per lui e per il generale Liporace, segnalando la gravità delle accuse e la solidità delle prove raccolte. Il processo è attualmente in corso. La scarcerazione dell’imprenditore, su richiesta dell’avvocato Giuseppe Casini uno dei difensori che lo assiste, rappresenta ora un nuovo sviluppo nella complessa indagine, di cui si attende di comprendere l'evoluzione.

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