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Anagni

Serrande abbassate. In centro continuano a chiudere attività e uffici

L’ultimo caso è quello di un negozio di telefonia mobile

Serrande abbassate. Incubo desertificazione

Il negozio di telefonia che ha chiuso l’attività nei pressi di Porta Cerere ad Anagni

Saracinesche abbassate e sedi di importanti servizi che abbandonano il centro cittadino, che rischia la desertificazione. I titolari di un centro di telefonia mobile, situato a poche decine di metri da Porta Cerere, nella zona commerciale della città dei papi, dopo diciassette anni di attività hanno deciso di chiudere, ringraziando i clienti che li hanno onorati con la loro assiduità, ma costretti a gettare la spugna da una serie di circostanze. Al di là delle caratteristiche del settore specifico, e delle sofferenze dovute al periodo del Covid con annessi e connessi, le serrande abbassate che si susseguono tristemente da viale Regina Margherita e lungo via Vittorio Emanuele fino a via San Giorgetto, sono la dimostrazione che Anagni non è più appetibile per i settori commercio e servizi.

Il fenomeno non può essere addebitato alla politica, così come non può essere merito della politica l’apertura di nuove attività. I supermercati, e soprattutto i centri commerciali, hanno dato il colpo di grazia, e la comodità di poter trovare tutto negli stessi locali, raggiungibili facilmente con l’automobile, fiacca anche la resistenza degli irriducibili. Attività ben gestite, che forniscono specialità ricercate ed apprezzate soprattutto nel settore dell’alimentazione, restano come eroici baluardi, ma la diminuzione del numero di clienti casuali incide anche su di loro. Gli uffici pubblici, dalla Pretura al Catasto, dall’Ufficio del registro ad altri, sono venuti man mano a cessare e la possibilità di ottenere certificazioni online sta rendendo poco frequentato anche il Comune.

Per non parlare degli sportelli bancari, che rischiano di restare con l’unica presenza, autorevole, di BancAnagni. Dopo l’abbandono del centro cittadino da parte di Unicredit, Banca Nazionale del Lavoro, Banca di Credito Cooperativo di Roma, si vocifera che anche Intesa San Paolo abbia in animo di fare le valigie. Una situazione di disagio rafforzata anche dai dati del settore immobiliare. Il valore delle transazioni immobiliari sembra ai minimi termini, con appartamenti ceduti alla metà del valore e anche a meno.

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