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L'episodio

Appiccano un rogo al parco storico di Aquino. Denunciati cinque giovani

Indagine lampo dei carabinieri. A “incastrare” tre minori e due maggiorenni sono state le telecamere di sorveglianza. Il messaggio del sindaco

Appiccano un rogo al parco storico di Aquino. Denunciati cinque giovani

Grave atto vandalico al Parco storico e archeologico del Vallone di Aquino, identificati in tempi record i responsabili. I carabinieri della locale stazione hanno messo a sistema tutti gli elementi raccolti nell’immediatezza dei fatti con le immagini del sistema di videosorveglianza: cinque i giovanissimi identificati. Si tratta di tre minori denunciati per danneggiamento e di due (appena) maggiorenni, nei guai per favoreggiamento. Tutti del posto. Subito dopo l’incendio che ha danneggiato in modo grave le travi di legno che sostengono l’architrave dell’ingresso del Parco naturalistico, l’intervento immediato dei vigili del fuoco aveva permesso di evitare il peggio. Poi, circoscritto il rogo (pericoloso anche per la presenza a poca distanza anche di alcune abitazioni), è partita la conta dei danni. E le indagini.

Duro il monito del sindaco Fausto Tomassi, che a poche ore dall’episodio aveva ringraziato i vigili del fuoco e i carabinieri, per poi annunciare tolleranza zero nei confronti dei responsabili. «Si tratta di eventi che mai vorremmo raccontare e che denotano un’assoluta mancanza di rispetto verso gli altri e verso il bene comune, soprattutto perché gratuiti nella loro assurdità e nella loro chiara espressione di inciviltà» aveva affermato. Ora, grazie all’indagine lampo dei militari guidati dal luogotenente Prata - agli ordini del capitano Taglietti - i responsabili sono stati identificati.

«Individuati in tempi record i responsabili dei gravi fatti di danneggiamento del Parco naturalistico del Vallone: un ottimo lavoro investigativo del comandante di Compagnia, il capitano Bartolo Taglietti, e del comandante di stazione, il luogotenente Alberto Prata, che intendo ringraziare pubblicamente - ha commentato il sindaco - Ora occorre una piena assunzione di responsabilità e il ripristino dello stato dei luoghi anche al fine di ristabilire la vera immagine della nostra città». Tomassi si dice rammaricato ma al tempo stesso preoccupato come guida e membro della comunità, che invita a fare quadrato.

«Resta il rammarico per un gesto che oltre a deturpare uno degli scorci più belli della nostra città, di certo, non qualifica l’intera comunità aquinate. Pertanto auspico di vero cuore un ravvedimento da parte dei diretti responsabili, come chiara e matura assunzione di responsabilità e presa di coscienza di quanto gesti, solo apparentemente “goliardici”, possano causare gravi conseguenze alle cose e alle persone - ha aggiunto il sindaco - Ammettere le proprie colpe, chiedere scusa e contribuire al ripristino del precedente stato dei luoghi che, peraltro, nell’esclusivo interesse dei responsabili li porrebbe in una posizione decisamente migliore dinanzi alle autorità giudiziarie che dovranno accertare e valutare i fatti ma, soprattutto, comporta una seria riconsiderazione dei propri atteggiamenti e delle proprie “insoddisfazioni” che, se incanalate nella giusta direzione, contribuiranno a far crescere uomini e donne migliori. Da parte di noi adulti - ha chiosato Tomassi - nella coesione che in questi momenti si richiede a una comunità, l’impegno a non distogliere lo sguardo da ciò che genera noia, insoddisfazione e frustrazione».

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