Spazio satira
Il caso
15.02.2025 - 13:59
Il tribunale di Frosinone
Violenza sessuale sulla figlia minorenne, parla il fidanzato della vittima. Ieri, davanti al tribunale di Frosinone (presieduto dal giudice Francesco Mancini) si è svolta una nuova udienza sul caso denunciato da una ragazza che punta l’indice contro il proprio genitore. E, anzi, nel corso dell’audizione del testimone è emerso anche che la ragazza, in passato, era stata vittima di abusi sessuali, anche se in forma meno grave, da parte di un altro parente. Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dalla questura di Frosinone, la ragazza non aveva vissuto e non aveva avuto nessun tipo di rapporto con il genitore fin quasi alla maggiore età. Poi era andata a vivere in casa del padre che, nel frattempo, aveva un’altra compagna. E, dal raccolto fornito dal testimone le violenze, che la ragazza ha ribadito alla precedente udienza, sarebbero avvenute o di notte o quando la moglie dell’uomo era al lavoro. Sarebbe stata lei, minorenne all’epoca dei fatti, a confidarsi con il fidanzato non trovando più una via d’uscita a una situazione divenuta insostenibile.
La ragazza poi si è costituita parte civile al processo con l’avvocato Gianpio Papa. Il fidanzato, che tra l’altro era stato presentato alla ragazza proprio dall’imputato, ha ricondotto gli episodi di violenza al periodo estivo del 2022 in un piccolo paese del Frusinate. Nonostante ciò, la ragazza, pur avendo provato, non riusciva a staccarsi dall’uomo e da quella casa. Solo a dicembre poi la giovane ha trovato la forza di presentare denuncia e allontanarsi dal padre.
Quanto al rapporto con l’imputato, il fidanzato ha sostenuto che l’uomo era geloso e che non voleva che i ragazzi si frequentassero al punto che loro avevano preso a vedersi all’insaputa di questi. Inoltre, per un certo periodo, avevano anche finto di essersi lasciati. Il teste ha riferito di aver subito delle minacce e di essere stato avvicinato, attraverso i suoi genitori, in un tentativo - secondo lui - di evitare che la denuncia facesse il suo corso. L’uomo, che è difeso dagli avvocati Angelo Testa e Massimo Patriarca, si è sempre professato innocente e ha respinto le accuse. I suoi difensori hanno cercato di mettere in luce, con il teste, alcuni aspetti della vicenda a cominciare da come la ragazza si sarebbe confidata - al telefono - per raccontare al fidanzato degli abusi subiti da parte del genitore, e del perché la denuncia sia stata presentata a distanza di mesi. La ragazza, da quanto emerso, avrebbe inizialmente cercato di risolvere la questione con la moglie dell’uomo e solo dopo quando lei ha temuto che questi cercava di riavvicinarsi ha presentato querela.
Per tentare di incastrare l’uomo la ragazza avrebbe cercato di indurlo a una sorta di confessione registrando una conversazione. E, infatti, nel corso delle indagini preliminari la procura aveva proceduto con il sequestro di tutti i dispositivi telefonici e informatici dell’uomo nel tentativo di trovare messaggi, chat e registrazioni che potessero in qualche modo confermare l’ipotesi investigativa. Il tribunale ha poi acquisito le dichiarazioni rese nella fase delle indagini da un’assistente sociale. Tuttavia, la difesa dell’uomo ha evidenziato come dalle relazioni delle assistenti sociali non emergerebbero gli abusi.
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