Spazio satira
Cassino
13.02.2025 - 11:00
L’interno dello stabilimento In basso Gianluca Ficco
Tornano a chiudersi questa mattina i cancelli dello stabilimento Stellantis in un andirivieni di blocchi produttivi che non conosce tregua. La stessa riapertura del 24 febbraio è, per ora, solo annunciata, le voci che si rincorrono fanno immaginare nuove “serrate”.
I modelli premium che escono dalla fabbrica ai piedi dell’abbazia hanno scarso appeal sul mercato dell’auto italiano come europeo mentre l’unica auto elettrica assegnata allo stabilimento sembra essere fuori dalle linee da fine novembre per mancanza di ordini. Anche l’eventuale - se non ritardata - salita produttiva dello Stelvio elettrico a settembre non lascia immaginare scenari rosei in grado di invertire realmente la tendenza facendo dimenticare tutti i record negativi inanellati finora.
«È lo sviluppo che temevamo accadesse - ha ammesso ieri Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm - ora si è concretizzato, è acclarato. L’Unione europea, con le sue politiche autolesionistiche, è riuscita a penalizzare fortemente il motore tradizionale senza riuscire a lanciare la motorizzazione elettrica. Oggi abbiamo un mercato dell’auto debolissimo e sempre più soggetto all’aggressione asiatica, così continuando, potrebbe devastare la nostra industria europea. Cassino è un esempio lampante di questa dinamica e sta scontando il fatto che l’Unione Europea ha messo l’industria dell’auto in una situazione impossibile.
Ora la nostra richiesta è quella legata a produzioni ibride poiché ci sembra che sia, al momento, l’unica via d’uscita in una situazione drammatica.
Ci auguriamo che creando la variante ibrida ai modelli elettrici si possano riconquistare quote di mercato. Al momento Stellantis non ci ha dato alcuna risposta ma noi continuiamo a insistere, lo abbiamo fatto con successo per Melfi, per Mirafiori e anche per Pomigliano. Cassino non può sopravvivere con auto solamente elettriche.
Aggiungo che, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali ci pervengono notizie di uno sblocco che verificheremo ai tavoli ufficiali e questo ci consentirebbe di guadagnare del tempo ma il tempo va utilizzato per rilanciare lo stabilimento con nuove assegnazioni ibride».
Se ne era parlato al famoso tavolo del 17 dicembre scorso al ministero delle Imprese e del Mady in Italy ma nulla poi si è concretizzato. In valutazione da parte del management Stellantis, il motore ibrido potrebbe risollevare le sorti di una fabbrica che tra gennaio e febbraio vedrà gli operai varcare quei cancelli solo una quindicina di giorni. Ma le conferme tardano ad arrivare e la sofferenza di fabbrica e indotto è continua. A farne le spese c’è un intero territorio.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione