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Frosinone

Falsi incidenti, interrogatori fiume per i legali

Nell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alle frodi assicurative sentiti i primi due avvocati

Polizia stradale

Due interrogatori fiume per rispondere punto su punto alle domande di giudice e pm e respingere ogni accusa.
Ieri in tribunale, secondo giorno di interrogatori preventivi nell’inchiesta della procura che contesta i reati di associazione a delinquere per le frodi assicurative. Sono stati sentiti due dei quattro avvocati frusinati per i quali il pubblico ministero Samuel Amari ha chiesto al gip Ida Logoluso l’emissione dell’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari. Dato il protrarsi degli esami, durati oltre sei ore, il giudice ha poi differito gli ultimi due interrogatori a domani. Il primo a essere sentito è stato l’avvocato che l’accusa, basata sulle indagini condotte da guardia di finanza e polizia stradale, considera essere il capo, promotore e organizzatore dell’associazione. Il legale, difeso dagli avvocati Christian Alviani e Alfonso Amato, si è presentato all’interrogatorio portando con sé tutta la documentazione sui sinistri finiti nel mirino della procura. L’indagato ha così risposto per oltre quattro ore alle domande che gli hanno rivolto il gip Logoluso e il pm Amari. Ha fornito le sue considerazioni con l’intento di chiarire la propria posizione e far comprendere, dal suo punto di vista, la dinamica dei fatti che gli vengono contestati. Ha voluto implementare la documentazione acquisita dagli investigatori nel corso dell’indagine fornendo altri atti.

Giudice e pm hanno chiesto poi spiegazioni sul modus operandi contestato al gruppo, ovvero le procure alle liti davanti al giudice di pace, per l’ottenimento dei rimborsi, che sarebbero state disconosciute dai clienti e dei noleggi delle vetture, sempre alle stesse due società, per chi aveva l’auto in riparazione. Anche in questo caso la procura, infatti, contesta che a beneficiare delle auto noleggiate sarebbero state persone che poi hanno disconosciuto le firme sui contratti e che, in qualche caso, nemmeno avrebbero riparato i mezzi per i quali avrebbero chiesto l’auto sostitutiva. Il noleggio dell’auto sostitutiva - secondo l’accusa curato da un quarto avvocato, estraneo allo studio legale con gli altri tre professionisti - sarebbe servito a ottenere dalle assicurazioni indennizzi più alti con una quota riservata all’avvocato che aveva curato la pratica. La difesa però controbatte sostenendo che gli indagati non avevano il controllo della genesi delle cause e quindi non erano tenuti a sapere se gli incidenti, i danni o le sedute di terapia erano veritieri o meno. Un altro aspetto toccato nell’interrogatorio è quello dei legami con i fisioterapisti coinvolti visto che, come per le società di noleggio, la tesi accusatoria è che il gruppo si sarebbe servito sempre degli stessi terapisti. Ma gli avvocati, dal canto loro, sostengono che non erano loro a indicare i fisioterapisti o a indirizzare i clienti, ma gli ortopedici in base alle esigenze cliniche. Tuttavia, questi ultimi, sentiti dalla polizia giudiziaria, hanno negato di aver indicato ai pazienti i nominativi dei titolari dei due centri di fisioterapia al centro dell’inchiesta. L’altro avvocato dello stesso studio del primo, difeso dall’avvocato Antonio Perlini, ha risposto alle domande di gip e pm per un paio di ore. Anche lui con documenti alla mano, compresi atti giudiziari, ha respinto le accuse contestando capo per capo le varie condotte contestate.

Infine, sono stati rimandati alla giornata di domani gli interrogatori preventivi a carico degli altri due legali, che sono difesi dagli avvocati Christian Alviani e Nicola Ottaviani. Solo dopo che il giudice avrà completato il giro degli interrogatori preventivi provvederà alla redazione dell’ordinanza con la quale accogliere, respingere o eventualmente modificare le richieste avanzate dalla procura. Non essendo previsti termini perentori, per la decisione potrebbero volerci anche settimane. In precedenza, lunedì, erano stati sentiti gli altri quattro indagati, l’ex segretaria dello studio legale, e il compagno (anche per loro c’è la richiesta di domiciliari), e i due fisioterapisti (per questi ultimi la richiesta è dell’obbligo di dimora), assistiti dagli avvocati Giuseppe Spaziani, Claudia Padovani e Gian Marco De Robertis. Solo un fisioterapista ha risposto.

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