Spazio satira
Cassino
30.01.2025 - 18:33
La protesta sotto la sede del ministero
La tensione si tagliava a fette ieri mattina nell’interminabile attesa dell’incontro tra il ministero delle Imprese e la De Vizia. Momenti di inevitabile apprensione dopo le notizie circolate sulla volontà della multinazionale di voler internalizzare il servizio andando a coinvolgere non solo i 32 lavoratori addetti alle pulizie industriali ma anche le manovalanze impegnate per le presse di carta e cartone. Una politica in pieno stile Tavares che rischia di andare a coinvolgere diverse altre realtà e di lasciare un segno indelebile in tutto il territorio. Un basso Lazio inadeguato, a sua volta, a riassorbire eventuali licenziati per quella cronica incapacità di riconvertirsi. Dunque la fabbrica e il suo indotto restano ancora oggi i due grandi polmoni occupazionali dell’area a sud della Ciociaria nonostante presentino affanni evidenti. Ecco perché si tenta il tutto per tutto per restare a galla e per salvare ogni singolo lavoratore in uno scenario in cui, De Vizia a parte, scarseggiano le commesse mentre troppe sono le realtà aziendali con gli ammortizzatori in deroga ormai agli sgoccioli.
Il vertice
Il vertice che avrebbe dovuto sancire la vita o la morte della società addetta alle pulizie si è concluso più tardi del previsto, alle 15, lasciando nel limbo ogni speranza. Si è arrivati, dunque, alla conclusione che ora la De Vizia dovrà tornare a prendere carta e penna per formulare una proposta ulteriormente migliorativa rispetto all’ultima presentata. A quel punto Stellantis la esaminerà e darà il proprio verdetto. L’appalto è di nuovo appeso al filo delle trattative con una spada di Damocle: la fatidica data del 31 gennaio, giorno in cui scadrà la proroga. Ecco perché oggi il sindacato e la società avrebbero voluto chiedere alla Regione (l’incontro era già calendarizzato) otto giorni di proroga rispetto alla procedura di licenziamento al fine di dare alle parti il tempo necessario per capire se ci sarà il rinnovo dell’appalto oppure no. In realtà ora l’incontro si svolgerà entro il 5 febbraio, per richiesta della De Vizia. Dunque la partita ancora non è conclusa e la speranza fa capolino in questa complessa vicenda iniziata il 18 novembre con il primo sciopero fuori dai cancelli dello stabilimento.
Gli interventi
«Aspettiamo ancora - ha detto Gennaro D’Avino segretario provinciale Uilm - le prossime ore diventano cruciali, saremo attenti, vigili e speranzosi e convinti che quell’appalto è necessario per tutti. La partita finisce quando l’arbitro fischia e qui non ha ancora fischiato».
A parlare è anche Francesco Giangrande, il coordinatore regionale Uilm: «De Vizia dovrà formulare una proposta migliorativa ma che si avvicina alle esigenze dell’appalto e alle esigenze economiche della committente, siamo fiduciosi che possa emergere la ragione e che le 32 unità lavorative possano avere la continuità, non siamo fuori dalla partita e ce la giocheremo fino in fondo».
Per ora è sospeso anche il presidio davanti agli ingressi, gli operai della De Vizia incrociano le dita da casa sperando di tornare a varcare tutti insieme quei cancelli. E di lasciarsi alle spalle il lungo periodo di proteste e di mobilitazioni vissute al freddo e al gelo ma anche provati dall’ansia per il futuro.
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