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Veroli

Botte e umiliazioni al figlio della moglie, lo chiamava “Cenerentolo”. Padre padrone condannato a quattro anni

Il quarantenne avrebbe costretto il bambino di otto anni a svolgere lavori non consoni alla sua età e a mangiare in garage

tribunale frosinone

Il tribunale di Frosinone

Botte e umiliazioni anche a un bambino di otto anni, figlio della moglie. Lo aveva definito il “Cenerentola di casa”. Lo avrebbe costretto a pranzare e a cenare di spalle al televisore e in alcune occasioni a mangiare in garage. In due episodi lo avrebbe punito rinchiudendolo in cameretta anche per tre giorni, poteva uscire solo per andare in bagno. Costretto anche a fare dei lavoretti in casa. Un quarantenne è finito così a processo per maltrattamenti in famiglia. Maltrattamenti anche sulla moglie, all’epoca dei fatti. Ieri è stata emessa la sentenza nel tribunale di Frosinone. Il verolano è stato condannato a quattro anni e al risarcimento dei danni con una provvisionale di dieci mila euro per la donna e altrettanti per il bambino. Confermata la richiesta del pm.

La vicenda
I fatti contestati risalgono al periodo che va dal 2017 al 2019. Botte, minacce e umiliazioni nei confronti della moglie e del figlio di lei. Stando alle accuse, il quarantenne avrebbe costretto il piccolo a svolgere lavori non consoni alla sua età, come tagliare le erbacce sotto gli ulivi, pulire le ruote del trattore e il pollaio. Sempre stando alle accuse avrebbe percosso con schiaffi, pugni e morsi la donna, in un episodio l’avrebbe afferrata per i capelli, facendola sbattere a terra. Violenze anche nei confronti del bambino. Durante le discussioni avrebbe lanciato anche piatti contro i due. Controllava le frequentazioni della moglie e la costringeva ad uscire solo accompagnata dalla suocera. Minacciata, inoltre, che qualora fosse andata via di casa le avrebbe tolto i loro figli. Quando la donna è riuscita a dire basta e a interrompere la convivenza, sarebbe stata obbligata a lasciare i loro figli nell’abitazione coniugale, obbligandola a recarsi tutti i giorni da loro per accudirli e vietandole di portarli con sé.
Ieri la sentenza. Confermata la richiesta di condanna a quattro anni per il quarantenne. L’uomo è difeso dall’avvocato Luigi Tozzi, mentre le vittime si sono rivolte all’avvocato Sonia Sirizzotti. La difesa attende ora le motivazioni (ci vorranno novanta giorni) per poter subito proporre appello e sottoporre il caso ad un’altra giuria di giudici.

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