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Cassino

Omicidio di Yirel, battaglia tra consulenti

In aula ieri gli esperti di parte civile e della difesa sulle capacità di intendere e di volere di Sandro Di Carlo. Posizioni contrapposte nell’ambito del processo per l’omicidio della trentaquattrenne di origini dominicane

Omicidio di Yirel, battaglia tra consulenti

Il palazzo di Giustizia di Cassino

Sono stati i consulenti di parte civile e della difesa i protagonisti della nuova udienza sull’omicidio della trentaquattrenne di origini dominicane Yirel Peña Santana.
Consulenti che si sono dati battaglia sulla tesi del perito nominato dal tribunale Peppino Nicolucci (prima di lui la perizia con incidente probatorio del professor Stefano Ferraguti) che aveva dichiarato l’operaio cassinate Sandro Di Carlo capace di intendere e di volere al momento del fatto e in grado di affrontare il giudizio.
Cinque ore di dibattimento, dalle 10.30 alle 15.30, per ascoltare in prima battuta la consulente di parte civile, la dottoressa Debora Vitaletti, che sulle condizioni dell’imputato ha schematizzato: non si può parlare di una patologia psicotica ma di un disturbo della personalità borderlaine-antisociale che non inficia la capacità di intendere e di volere, laddove invece in una situazione psicotica si ravvisa uno scollamento dalla realtà.

Poco rilevante, per la professionista, anche l’assunzione dell’alcol dichiarato ininfluente ai fini della medesima capacità di intendere e di volere.
Di avviso opposto i consulenti della difesa, i professori Vincenzo Mastronardi e Michele Di Nunzio.
Per loro, in primis, i test funzionali non sarebbero stati effettuati in maniera esatta e, in secondo luogo, pur riconoscendo il disturbo patologico (borderline di tipo B) di cui risulterebbe affetto Di Carlo non sarebbe stato preso in considerazione il fatto che, anche con una piccola assunzione di alcol, gli effetti sono amplificati. Dunque, le funzioni ne risultano inficiate e, come logica conseguenza, non sarebbe stato capace di intendere e di volere.
Consulente di parte civile, insomma, che sostanzia la tesi della piena capacità al momento del fatto contro il consulente dell’imputato che si posiziona sul fronte opposto.
Ora la prossima udienza è fissata per il 14 febbraio, la successiva il 7 marzo.

La corte costituzionale
Intanto è di qualche giorno fa il pronunciamento della Corte costituzionale: nessun abbreviato per Sandro Di Carlo.
Dopo la questione di legittimità sollevata nello scorso mese di luglio per l’ammissione all’abbreviato, con l’invio degli atti alla Corte costituzionale, il processo era rimasto “sospeso”.
Con lo scioglimento della riserva si erano dichiarate «non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 438, comma 1-bis, del codice di Procedura penale, come introdotto dall’articolo 1, comma 1, lettera a) della legge 33 del 12 aprile 2019 (inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 24, 27 e 111 della Costituzione, dalla Corte di assise di Cassino».
Si continuerà, dunque, con rito ordinario e con le udienze calendarizzate.

Il delitto
Yirel Peña Santana, 34 anni di origini dominicane, è stata uccisa con diverse coltellate dopo essere stata picchiata il 27 maggio 2023 in un appartamento di via Pascoli.
Uno dei fendenti andati a segno le avrebbe perforato il polmone: trovata, qualche ora dopo, in un lago di sangue.
A indirizzare le indagini su Di Carlo - che si è sempre detto innocente, negando ogni accusa - è stata un’impronta insanguinata isolata dalla polizia sul muro della stanza da letto della vittima.
Fondamentali nell’attività di indagine gli abiti ancora sporchi di sangue e il contenuto dei cellulari.
Una indagine lampo della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato e della Mobile, poi l’arresto. A cui hanno fatto seguito le spiegazioni dell’operaio, che ha sempre negato.

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