Spazio satira
Alatri
12.11.2024 - 13:00
Mattia e Roberto Toson hanno scelto di non essere presenti nell’aula della Corte d’assise di Frosinone e di non farsi interrogare
Un colpo che non avrebbe dato scampo a nessuno. Il medico legale Antonio Grande, consulente tecnico di parte civile per l’avvocato Marilena Colagiacomo che rappresenta il padre e la sorella di Thomas Bricca (la mamma, invece, è tutelata dall’avvocato Nicola Ottaviani), il ragazzo ucciso il 30 gennaio 2023 in via Liberio, non ha dubbi.
La nuova udienza al processo davanti alla Corte d’assise di Frosinone a Roberto e Mattia Toson, accusati di omicidio, è stata riservata ai periti. L’attesa deposizione di Roberto e Mattia, come preannunciato, non c’è stata. Gli imputati, difesi dagli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, hanno scelto di non sottoporsi alle domande delle parti, e di non rilasciare, per ora, nemmeno spontanee dichiarazioni. Anche ieri non erano in aula, ma collegati in video dal carcere.
Il dottor Grande ha parlato della traiettoria del proiettile «obliqua e medio laterale» e di un foro d’entrata «dal basso verso l’alto».
L’unica ogiva ritrovata è stata ritenuta «compatibile per dimensioni». Il medico ha poi aggiunto che la traiettoria è stata diretta. Anzi, «il bersaglio intermedio è stato la vittima perché il proiettile ha continuato sua corsa». Sull’entità delle lesioni il medico legale non ha avuto dubbi nel dire che l’«evento era inevitabile. In questi casi la mortalità è del 100%».
A seguire il perito balistico Marco Zonaro, concorde anch’egli sulla traiettoria, da 19 metri, diretta senza deviazioni. Sulla base della sua esperienza, poi ha ritenuto possibile centrare il bersaglio da quella distanza. In aula, è strato proiettato il video di un esperimento condotto da Zonaro per dimostrare che anche un destrimano può colpire il bersaglio sparando con la sinistra. Quanto all’arma usata si è ipotizzata una 38 special o una 357 magnum.
Il consulente ha detto di concordare con il Ris per l’impossibilità di svolgere un esame antropometrico per determinare, sulla base della videosorveglianza, l’altezza dei killer a bordo del T-max.
Il consulente, su domanda della parte civile per il Comune di Alatri Eugenia De Cesaris, ha spiegato che «se diventi bravo con il softair diventi molto più bravo con un’arma da fuoco».
Agli avvocati Testa e Pappadia della difesa, il perito ha ribadito che il proiettile non ha trovato ostacoli e che non è improbabile che non siano state trovate altre ogive. Sempre sulla perizia antropometrica, al pm Rossella Ricca ha detto che occorrerebbe ricreare le stesse condizioni. In quanto ci sono troppe variabili, dal casco alla postura degli occupanti del T-max, alle ruote sgonfie, al grado di usura del sellino che potrebbero influire.
Il presidente della Corte, il giudice Francesco Mancini, ha chiesto al consulente di chiarire un punto considerato che il tenente colonnello Paolo Fratini, comandante della sezione balistica del Ris, aveva dichiarato che nemmeno un cecchino sarebbero riuscito a colpire in mezzo alla fronte Thomas. Il consulente a quel punto ha risposto: «partendo dall’intenzionalità mi trova d’accordo con il colonnello. Ma a 19 metri, mirando correttamente non è impossibile». Per poi aggiungere che dipende dal fatto se lo sparatore voleva colpire esattamente quel punto o solo il bersaglio.
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