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Ceccano

Tutti sospesi dopo gli arresti

Stop all’attività professionale per l’ex sindaco Caligiore e i funzionari comunali Ciotoli e Aureli. Il provvedimento scaturito dalle misure cautelari imposte dalla procura per tredici dei trentasei indagati

polizia ceccano

Dopo gli arresti domiciliari le sospensioni dalle rispettive attività lavorative: l’ex sindaco Roberto Caligiore da quella di luogotenente dei carabinieri con l’incarico di pilota di elicotteri nel Raggruppamento aeromobili di Pratica di Mare, il geometra Camillo Ciotoli e l’architetto Diego Aureli dai rispettivi incarichi di funzionario dell’ufficio tecnico comunale e di capo dell’ufficio strategico per il Pnrr di Palazzo Antonelli. Un provvedimento previsto dalle norme, in particolare per i due tecnici dall’articolo 61 del Contratto nazionale del Comparto regioni (Autonomie locali) del 2018, che recita: “Il dipendente che sia colpito da misura restrittiva della libertà personale è sospeso d’ufficio dal servizio con privazione della retribuzione per la durata dello stato di detenzione o comunque dello stato restrittivo della libertà”.

Per Ciotoli e Aureli, insieme all’architetto Elena Papetti che però nei mesi scorsi si era trasferita al Comune di Terracina, l’accusa formulata dalla procura della Repubblica di Frosinone, su richiesta del pm della procura europea Alberto Pioletti, è di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. A tutti gli indagati, trentasei in totale, tredici dei quali raggiunti da misure cautelari, vengono contestati i reati di associazione a delinquere e corruzione per aver creato un sistema per ottenere tangenti sui lavori finanziati attraverso i fondi del Pnrr, segnatamente la riqualificazione del Castello dei Conti, del centro storico e la messa in sicurezza con riduzione del rischio sismico della scuola di Borgo Berardi. Nei giorni scorsi si sono svolti gli interrogatori di garanzia: Ciotoli (difeso dall’avvocato Antonio Perlini) e Aureli (assistito dall’avvocato Vincenzo Galassi) hanno risposto alle domande del magistrato fornendo la loro versione dei fatti rispetto alle accuse contestate. Ora, mentre l’inchiesta procede con probabili sviluppi, in virtù degli arresti domiciliari in cui sono ristretti l’ex sindaco e i due funzionari scatta la conseguente sospensione dal lavoro.

Lunedì la dottoressa Diana D’Amico, dirigente del primo settore del Comune, ha firmato la determina di sospensione cautelare obbligatoria dal servizio. L’atto pubblicato sull’albo pretorio si riferisce a uno dei due dipendenti, la cui identità è coperta da “omissis”. Si legge: “Considerato che in data 24.10.2024 la scrivente è venuta a conoscenza, per le vie brevi, dell’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari del dipendente ‘omissis’; che è opportuno disporre la sospensione dal servizio d’ufficio a decorrere dalla data del 24.10.2024, data di esecuzione della misura di cui trattasi; che l’Amministrazione si riserva, successivamente all’acquisizione delle notizie fornite dalla Procura di Frosinone, anche l’attivazione del procedimento disciplinare teso ad accertare eventuali responsabilità disciplinari connesse al procedimento penale”, il dipendente “è sospeso dal servizio con privazione della retribuzione per la durata dello stato di detenzione domiciliare o comunque per tutta la durata dello stato restrittivo della libertà”. La determina dirigenziale specifica inoltre “di dare atto che al dipendente sospeso dal servizio sarà corrisposta un indennità pari al 50% dello stipendio nonché gli assegni del nucleo familiare e la retribuzione individuale di anzianità, ove spettanti”. Infine la disposizione “di trasmettere copia del provvedimento all’Ufficio paghe per gli adempimenti di competenza, nonché al dipendente”.

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